La leggenda della strada dei presepi, San Gregorio Armeno.
Ci sono storie che narrano come mai in queste strade di Napoli sono concentrate le botteghe dei pastori.
Occorre sapere che vi sono storie e leggende su San Gregorio Armeno, la strada dei presepi più famosa al mondo.
La strada dei presepi, secondo le leggende, sarebbe dovuta all’esistenza nei secoli dell’Impero Romano, di un antico tempio dedicato alla dea Cerere.
Dea alla quale i cittadini erano soliti offrire in voto piccole statuine di terracotta, secondo la leggenda. Statuine che venivano fabbricate nelle botteghe della zona.
Nel centro storico di Napoli, via San Gregorio Armeno, uno dei luoghi più famosi al mondo, meta ogni anno di centinaia di migliaia di turisti.
Turisti rapiti dalle meraviglie dell’arte presepiale, la leggenda e l’identità di Napoli.
La strada prende il nome del complesso religioso dedicato a San Gregorio Armeno, un autentico gioiello dell’architettura barocca napoletana.
È composto dalla chiesa al cui interno emerge il soffitto a cassettoni, realizzato nel 1580, dal pittore Teodoro D’Errico.
Oltre la chiesa, vi è il convento e uno straordinario chiostro considerato tra i più belli in assoluto della città di Napoli.
Tra profumate aiuole di agrumi, si erge una grande fontana di marmo con le statue settecentesche di Cristo e la Samaritana.
Tale edificio oggi noto come San Gregorio Armeno o San Biagio Maggiore, fu costruito nel 930.
Un luogo in cui sorgeva una chiesa fatta edificare da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, sulle rovine della dea Cerere.
Molto più probabile che siano state le monache di San Basilio, nell’VII secolo a fondare il monastero.
Monastero che nel 1009 fu unito tramite un cavalcavia, quello di San Pantaleone e San Sebastiano.
Importante ricordare che nella via dei presepi fu battezzatto il filosofo Giambattista Vico.
La nascita del presepe napoletano è ovviamente più tarda e risale alla fine del Settecento.
In questo periodo è triste vedere un luogo di importanza mondiale, dal punto di vista storico e culturale come San Gregorio Armeno, senza turisti a causa dell’emergenza mondiale sanitaria.