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Causa persa, in Pennsylvania, per Donald Trump

Causa persa, in Pennsylvania, per Donald Trump. L’obiettivo dell’ex Presidente degli Stati Uniti era legato alla certificazione dei risultati elettorali, che hanno visto vincitore Joe Biden (con 6 milioni di voti in più rispetto all’avversario). La causa è stata intentata perché Trump sperava che legislatori e tribunali avrebbero avuto il coraggio di “fare quello che andava fatto” e avrebbero garantito l’integrità delle elezioni stesse. Pare che i suoi investigatori abbiano trovato centinaia di migliaia di voti illegali, che possano bastare a capovolgere la situazione in almeno quattro Stati, dunque si tratterebbe – a suo parere – di voti sufficienti alla vittoria.

Il giudice Matthew Brann ritiene che la causa, basata su accuse di irregolarità, sia infondata poiché al tribunale sono stati presentati argomenti legali privi di merito e accuse speculative. Il giudice federale afferma che “negli Stati Uniti d’America, questo non può giustificare la privazione del diritto di voto di un singolo elettore, per non parlare di tutti gli elettori del suo sesto Stato più popoloso”. L’azione legale della campagna elettorale di Donald Trump rappresenta, per il Presidente in uscita, un’ulteriore sconfitta; ma questo non sembra frenarlo, infatti ritiene opportuno presentare appello alla Corte del terzo circuito come mezzo per arrivare, eventualmente, alla Corte suprema.

In Georgia, invece, è stato accettato il “riconteggio” delle schede presidenziali, malgrado sia altamente improbabile arrivare a un risultato che possa cambiare realmente la situazione attuale.

Secondo alcune fonti (ovvero il Washington Post), Trump ha intenzione di annunciare una sua candidatura per il 2024. Ha confidato ai suoi collaboratori di voler rimanere una “forza onnipresente” sia nella politica che nei media. Infatti, attraverso Twitter (in maniera, dunque, informale), Donald Trump continua la sua campagna. Non si arrende neanche di fronte all’etichetta che il social stesso abbina alle sue dichiarazioni, definendo il contenuto dei suoi interventi non attendibile. Al contrario, il nuovo Presidente evita di pubblicare molte frasi su Twitter.