Ikigai in Love, il libro per combattere la dipendenza da internet. Ikingai, termine giapponese che esprime il legame con il presente, senza però volgere lo sguardo al passato o alle paure per il futuro.
Ikingai in Love, il nuovo libro di Thomas Leoncini e Ken Mogi descrive proprio questo tema. Al suo interno, i due autori si scambiano punti di vista sul mondo, sulla tecnologia, sull’amore e sulla società. Leoncini riporta la visione occidentale, mentre il neuroscienziato giapponese, Ken Mogi dà voce alla controparte orientale.
In Ikingai la globalizzazione è alimentata dalla tecnologia, che toglie le distanze e rende il tempo più veloce. Smartphone, pc e robot inglobano la mente nel web e la portano altrove rispetto a ciò che viene citato nel libro.
Le parole di Leoncini: “sul web l’utente può intervenire. Posso modificare quello che vedo, cercare quello che voglio, mentre la televisione produce un rapporto unidirezionale, io ricevo le informazioni che mi dà e basta. Invece Internet riesce a scalfire l’indifferenza del mondo, facendo leva sulla paura di essere invisibili”.
Il web, a differenza dei media precedenti è costruito per interagire con la psiche attraverso uno scambio bidirezionale è direttamente interpretato dai più giovani come un software per il cervello quindi, la domanda tipica che nasce dalle angosce del nostro tempo è: “se il robot mi ha insegnato a conoscere il mondo, a essere ciò che sono, potrò un giorno avere così tanta dipendenza da esso da crearmi un ideale d’amore molto più simile alla macchina che all’essere umano”?
A questo e a molto altro cercano di rispondere Leoncini e Mogi. Viviamo in un periodo storico sempre più soggetto all’isolamento, imposto dall’emergenza sanitaria. Fra intelligenza artificiale e schermi retroilluminati che richiamano attenzione e diventano non solo la prima fonte di scambio affettivo, ma anche l’unico canale per metterci in comunicazione con il mondo esterno, l’unica soluzione per trovare serenità resta l’Ikigai:
A tal proposito, Leoncini precisa: “la consapevolezza del presente, sì, ma anche la capacità di distinguere fra ambizione e ricerca di sé. Due cose molto, molto distanti”.