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Il tatuaggio dalla camorra a Sangue Blu e Guè Pequeno

Oggi, quasi alla fine del 2020, tutti conosciamo che cosa sia un tatuaggio. 

Tuttavia, è doveroso evidenziare che la storia del tatuaggio è lunga ed è iniziata tanto tempo fa. In particolare, a Napoli, il tatuaggio è una sacralità.

Infatti, nella città partenopea, il tatuaggio ha un valore simbolico. Nei tempi antichi, era il modo comunicativo silente tra carcerati, uomini della camorra, prostitute e marinai.

A tal proposito, si era espresso Gian Maurizio Fercioni, il quale non è un comune tatuatore, ma il primo ad aver aperto  un negozio di tatuaggi in Italia nel lontano 1974, quando mancavano ancora le leggi che avrebbero poi regolato lo svolgimento di tale professione.

Dunque, Fercioni, padrino del tatuaggio in Italia ha specificato che nel passato non si era soliti sfoggiare i tatuaggi con facilità, rispetto ad oggi dove è diventata una gara a chi ne ha di più solo per un fatto di moda.

In particolare a Napoli,  nel mondo della camorra, c’erano simboli che venivano tatuati con un significato per preciso.

Ad esempio, il simbolo del coltello indicava la vendetta da eseguire, quindi una promessa fatta alla propria persona. Altro tipico simbolo molto diffuso tra gli uomini della camorra era  l’asso di bastoni che simboleggiava essere i capi zona.

A Napoli, il tatuaggio è anche legato al campo religioso.

Recentemente, dopo la messa in onda della terza stagione di “Gomorra la serie”, si sono accesi i riflettori sul tatuaggio che Enzo Sangue Blu, interpretato dal bravissimo attore Arturo Musella aveva al collo.

Il tatuaggio in questione è composto da tre croci, che indicano quelle del Golgotha, che simboleggiano la Comune, la Fissa e la Cardinale.

Quindi, nel mondo della camorra, il tatuaggio era un linguaggio segreto e da decifrare.

In merito, il famoso scienziato napoletano Abele de Blasio ha diviso le tipologie dei tatuaggi  di quell’ambiente in:

  • religiosi
  • d’amore
  • quelli di  vendetta
  • di professione
  • di data memorabile ecc.

Oggi, bisogna specificare che il tatuaggio non è più legato solo al mondo della camorra, ma è un “must have” molto diffuso tra i giovani per moda,  esibizionismo ed emulazione. Non tutti, attualmente si tatuano qualcosa perchè ha un valore per loro. 

Molti giovani, alla domanda “perchè ti sei tatuato quella determinata cosa?”, rispondono “perchè mi piaceva, senza motivo oppure perchè è il tattoo che ha un vip”.

Dunque, per i giovani di oggi, come canta Guè Pequeno “sei addosso, sei l’inchiostro, il peccato senza il rimorso, ubriaco con un sorso, tutto è scritto sul tuo corpo”.