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“La scuola è salute”: appello alle Istituzioni

La scuola è salute” è il titolo del manifesto contro la chiusura delle scuole, promosso in questo periodo così delicato. Otto specialisti del settore lanciano un appello accorato, per far sì che la Didattica a Distanza sia interrotta e che si ristabilisca, quindi, la classica Didattica in Presenza.

Il pedagogista, e direttore del CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), Daniele Novara; l’ex Dirigente dell’Ufficio Scolastico della Regione Emilia Romagna, e Direttore della Rivista “Istruzione”, Giancarlo Cerini; il docente di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Bologna, Roberto Farné; il professore di Pedagogia sociale all’Università di Bergamo, Ivo Lizzola; il docente di Pedagogia Interculturale all’Università Bicocca di Milano, autore del libro “La scuola dopo il Coronavirus”, Raffaele Mantegazza; la psicologa e docente di Psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza, Anna Oliverio Ferraris; lo scrittore Bruno Tognolini e la psicologa, accademica e saggista Silvia Vegetti Finzi. Sono questi i nomi dei professionisti nell’ambito educativo, che si sono posti come protagonisti della protesta, con l’obiettivo di raccogliere più firme possibili per perorare la loro causa; mirando a sottolineare il “ruolo imprescindibile della scuola come comunità di apprendimento, luogo di incontro e crescita per bambini e ragazzi” e “ribadendo la necessità di mantenere aperte le scuole”. L’aula continua ad avere una funzione imprescindibile su diversi piani, rappresentando una vera e propria comunità di apprendimento, un luogo di incontro e crescita per bambini e ragazzi.

I Co-promotori e primi firmatari sono Serena Quadrato, prof.ssa al Liceo Carlo Tenca di Milano; Mauro Agostino Donato Zeni, Dirigente scolastico al Liceo Carlo Tenca di Milano; Sara Ermoli, genitore all’Istituto Giusti-D’Assisi di Milano.

Il manifesto “La scuola è salute” si sofferma – dunque – su alcuni punti, a sostegno della Didattica in presenza. La scuola è considerata:

  • presenza fisica: i corpi sono veicolo insostituibile dell’apprendimento, della comunicazione, dello scambio;
  • incontro: la relazione per i giovani è l’unico antidoto all’alienazione esistenziale;
  • luogo controllato: i protocolli anti-Covid, nelle scuole, sono rigidi e seriamente applicati;
  • luogo sicuro: gli indici di contagio nella scuola sono bassissimi.

 

A parere dei firmatari, l’esperienza dei mesi in lockdown ha dimostrato quanto la Didattica a Distanza non rappresenti la “vera scuola” e come resti un surrogato riduttivo della Didattica in Presenza. La DaD è ritenuta una modalità poco democratica, capace di far crescere gli squilibri sociali, impedendo l’accesso alla cultura alle fasce più basse. Inoltre l’isolamento mette in pericolo la salute mentale degli studenti, specialmente quella degli studenti a rischio depressivo, accentuando la condizione già problematica con un totale ritiro sociale.