Il putipù o “caccavella”, come è detto in dialetto, è un antico strumento musicale della tradizione napoletana, particolarmente usato nella musica folkloristica e nei canti popolari.
Storia del Putipù
L’antico strumento musicale è composto da una membrana in pelle animale o in tela grossa, una canna, solitamente di bambù e da una camera di risonanza, in legno o terracotta. Impugnando e frizionando la canna, con un movimento che dal basso va verso l’alto, si ottiene il caratteristico suono. Spesso per l’utilizzo della canna, che come abbiamo detto va frizionata, per evitare di irritare la pelle, si utilizza un panno di tessuto (solitamente cotone) umido.
Il celebre e storico strumento della Napoli antica, apparentemente può sembrare uno strumento a percussione, in realtà è un tamburo a frizione. Il suono che produce è simile a quello del contrabbasso, anche se più cupo e particolare.
Il nome – putipù – etimologicamente rappresenta una onomatopea che richiama il suono prodotto dallo strumento, così come accade con il “triccheballacche”, famosissimo anch’esso, i cui nomi sono utilizzati in versione dialettale per definire il suono particolare che scaturisce dalla frizione e dai movimenti dei materiali che li compongono.
Musica napoletana: storia e tradizione antiche
Ricordiamo che in Campania, gli strumenti musicali erano impiegati tenendo conto di diversi fattori; tra questi: l’intensità del suono, e indubbiamente l’armonia complessiva che da essi scaturiva. La musica è un elemento caratterizzante della città partenopea, e gli strumenti suonati nelle varie occasioni, rappresentavano e ancora oggi sono, l’evocazione della polisemia non solo musicale, ma anche linguistica e culturale del popolo napoletano.
La tradizione musicale di Napoli, vuole che a seconda delle zone della regione, lo strumento, in questo caso il putipù, prenda un nome diverso.
Tra i vari strumenti musicali che hanno contribuito a formare i tasselli di quella che è l’identità musicale di Napoli, possiamo citare anche: il “Pernacchiatore”, il “Pignato”, il “Cupellone” e “Pan-bomba”.
Il putipù, mutato nel corso del tempo, soprattutto per quanto riguarda i materiali di costruzione, (ora la struttura dello strumento è completamente in legno, mentre in passato si usavano principalmente tegami in terracotta) è utilizzato principalmente durante le festività, sia a Capodanno, sia durante la Settimana Santa; inoltre, in alcune zone rurali, è tradizione che alcuni contadini suonino tale strumento dopo la macellazione dei maiali, come segno di “festa” e abbondanza.