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Covid: teatri e cinema, nuove visioni?

Ancora una volta tra le prime attività a risentire del clima di tensione a causa del covid ci sono quelle del mondo della cultura e dello spettacolo.

Nella giornata del 25 ottobre è stato firmato il nuovo dpcm che chiude ancora una volta cinema e teatri, e che fa sì che l’Italia si appresti a vivere una sorta di quotidianità solo fino alle ore 18, perché poi da quel momento in poi – secondo quelle che sono le direttive nazionali – non sarà più possibile stare in bar, ristoranti o simili luoghi di ritrovo, ma sarà invece permesso fare sport (se la modalità lo permetta), fare la spesa al supermercato e forse passeggiare!

Probabilmente l’unica nota che ha dato respiro tra quanto è stato annunciato dal premier nella giornata appena trascorsa riguarda proprio l’ “abolizione” della parola coprifuoco, che Giuseppe Conte stesso ha sottolineato è una parola che non si ama utilizzare. Per fortuna, dunque, non esiste un orario in cui si sia obbligati a tornare a casa, ma si resta in attesa di quelle che saranno le decisioni della Regione che determineranno poi nel concreto il modo in cui si svolgerà questa nuova fase.

Per quanto riguarda in particolare ciò che concerne cinema e teatro, ecco quanto annunciato in una lettera sottoscritta proprio da numerosi artisti ed esponenti del mondo dello spettacolo – secondo quanto annunciato da ANSA –  “È soprattutto per l’importanza di non privare l’Italia del proprio immaginario collettivo che vi chiediamo di mantenere indistintamente tutti i luoghi della cultura aperti! Siamo importanti per la società civile perché vi supportiamo nel vostro difficile compito istituzionale a mantenere elevato lo spirito dei cittadini, nella piena consapevolezza delle sofferenze che stanno incontrando a livello personale, familiare e professionale. È soprattutto in questa seconda ondata che ne avremmo più bisogno”.

La lettera è stata scritta da Angelo Argento (presidente dell’Associazione Cultura Italiae) a nome dei diversi comparti e generi dello spettacolo dal vivo. Continua nel suo appello così:

 “I lavoratori dello spettacolo dal vivo – si legge nella lettera – hanno messo il loro straordinario e personale impegno per riaprire Teatri e Cinema nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute. Essi sono luoghi sicuri dove il pubblico è seduto con mascherina e non parla durante la rappresentazione. L’uscita e l’entrata sono regolati e rispettano il distanziamento. Questi luoghi rappresentano oggi un esempio virtuoso di gestione degli spazi pubblici in epoca di pandemia”.

Gilda Caccavale
Gilda Caccavale
1996 - Laureata e specializzanda in scienze politiche. Da sempre appassionata di scrittura nella sua potenzialità di condividere e trasferire sottili intuizioni e prospettive, o irripetibili combinazioni dell'essere. Fermare la "visione" significa assistere l'evoluzione, e m'illumina d'immenso!