Truffa tamponi naso -faringei per controlli covid a domicilio.
Un gruppo di persone che ruotano intorno al settore sanitario effettuavano tamponi per controlli covid e test sierologici a casa.
Questo è quanto emerso dalla scoperta dei Nas di Napoli, da poche ore col supporto dei carabinieri dei Comandi Provinciali della zona di Napoli e Caserta.
Dopo il mandato di perquisizione indetto dalla Procura della Repubblica di Napoli, è risultato che alcune persone convenzionate oltretutto con il Servizio Sanitario Regionale, operatori sanitari e impiegati nelle postazioni territoriali delle emergenze 118, collaborassero con una società operante nella commercializzazione dei dispositivi medico-sanitari, con infiltrazioni di associazioni a delinquere.
I tamponi venivano effettuati e poi processati con apparecchiature elettromedicali e kit risultati poi non idonei per le valutazioni diagnostiche e dunque pericolosi poiché potenzialmente diffusori dello stesso virus.
Una truffa ben organizzata e assolutamente sprovvista di autorizzazioni sanitarie e amministrative.
La suddetta organizzazione inoltre non comunicava alle autorità sanitarie compotente gli esiti dei tamponi effettuati e durante la perquisizione dei Nas e delle forze dell’ordine sono stati rilevali numerosi referti e attività di analisi mediche illecite, in aggiunta sono stati trovati oltre diecimila kit e dispositivi medici scaduti, un centinaio di test rapidi e una ingente somma di denaro come si apprende dall’Ansa.
Inoltre sul sito web di tale associazione emerge che sono stati utilizzati macchinari per rilevare virus sugli animali, dunque strumentazioni veterinarie. I soggetti coinvolti sembrano essere quasi una dozzina e dalle prime risultanze investigative si evince che il reato non solo potrebbe essere quello di associazione a delinquere ma anche di diffusione di epidemia dolosa.
Il PM Maria di Mauro ha aperto un fascicolo per quest’associazione a delinquere che ha avuto come finalità la truffa e l’ercizio illecito della professione medico- sanitaria.
Gli inquirenti battono sulla pista del sodalizio tra interessi personali e convenzioni sanitarie dovute alla professione dei soggetti.