Per gli amanti della letteratura italiana, il 12 Ottobre è una data da ricordare.
Il 12 Ottobre del 1896, nasceva un grande poeta, scrittore, traduttore e critico che ha contribuito ad arricchire il nostro patrimonio culturale. Il nome del poeta in questione è “Eugenio Montale“.
Eugenio Montale nasce a Genova da una famiglia di agiati commercianti. Nonostante le possibilità economiche, la sua formazione avviene tramite un ponderato e attento studio come autodidatta, influenzato anche dalla chiamata alle armi.
La poetica di Montale si differenzia dagli esponenti della sua epoca per una forma radicale di “pessimismo“. Il poeta considera il mondo come una serie di eventi casuali e insensati. E’ proprio di fronte a questa realtà, che l’essere umano è vittima di una costante sensazione di inadeguatezza e cresce con la convinzione che la sua esistenza sia priva di senso.
Secondo Montale, l’obiettivo del poeta è proprio questo, farsi testimone della dignità umana e del ”male di vivere”. E’ proprio per questo, che le sue poesie sono essenziali e prive di qualsiasi enfasi. In questa constante sensazione di oscurità, Montale si affida alla possibilità di poter cogliere, attraverso la poesia, il vero senso della realtà.
Le opere principali
È importante, non solo sottolineare la straordinaria ambiguità della poetica di Montale, ma ricordare le opere che sono il frutto del suo pensiero. Le opere del poeta abbracciano tutte le principali correnti del Novecento. Tra queste, ricordiamo sicuramente la più famosa dal titolo ”Ossi di seppia”.
Ossi di Seppia può essere considerata l’opera degli esordi. Protagonista della raccolta è il paesaggio ligure, considerato da Montale l’emblema del male di vivere.
Altra raccolta di poesie molto importante è “Le Occasioni‘. Considerata la prosecuzione degli Ossi, la tematica principale è proprio la vita interiore del poeta e le occasioni che Montale considera ”salvifiche” e quindi in grado di illuminare il senso dell’esistenza umana.
Successivamente, dopo un periodo di riflessione e silenzio, il poeta raccoglie tutte le sue restanti poesie in altre due raccolte: La Bufera e altro e Satura.