Coming out – letteralmente “uscire allo scoperto”- è un’ espressione delle LGBT per definire dichiaratamente la propria inclinazione o orientamento sessuale, quanto identità di genere.
Outing -letteralmente “rivelare”- è in concreto la rivelazione dell’omosessualità svolta da soggetti terzi, spesso priva di consenso della medesima persona.
Da tener presente che entrambi i fenomeni non vanno correlate a precise fasce d’età, ma al rapporto tra il sé e la società, – soprattutto nel caso del coming out- laddove scatti il desiderio liberatorio di apertura dell’individuo ad essa e dichiararsi.
Infatti, anche gli effetti dell’outing hanno esiti disastrosi, al limite dell’autodistruzione e dell’esclusione.
Basti tener conto delle ripercussioni scaturenti nell’ambito familiare o lavorativo.
Esempio eclatante è quello che coinvolge le persone impiegate nello show business.
Alcune di loro hanno subito mere devastazioni sul piano psicologico ed economico.
Ciononostante in Italia vige ancora una larga confusione terminologica intorno tra coming out e outing; eppure ha antiche origini risalenti alla prima Repubblica con Giò Stajano, artista e intellettuale poliedrico.
Tale incomprensione va di pari passo con l’inefficacia dei sistemi normativo-giuridico, quanto dell’attività dell’associazionismo per la tutela dell’alterità sessuale.
Manco a dirlo, le aree del Mezzogiorno sono tra le più colpite dalla discriminazione sessuale.
L’alterità sessuale e di genere in alcuni strati della società ancora oggi tende alla discriminazione, a quello che la psicologia definisce come “continuum”, ovvero nel ritenere come normalità lo stereotipo eterosessuale e vivendo in antitesi contrastiva altre connotazioni della sfera sessuale ed erotica come bisessualità, pansessualità o asessualità.
La liberalità della sfera erotica e sessuale all’interno dell’ éra della digilitazzazione e della circolazione di informazioni e dati veicola in maniera duplice, tra il risarcimento del comportamento anti omologante, ma parimenti le barriere vigono nei rapporti sociali laddove si creano relazioni atte ad escludere al limite della discriminazione, della violenza fisica e verbale.
L’ultimo episodio tragico avvenuto a Caivano, dove il contrasto tra nucleo familiare d’estrazione socioeconomico sottoproletaria e con educazione arcaica e paternalistica e figura esterna legata sentimentalmente a esponente del nucleo che ha raggiunto consapevolezza interna sul fronte sessuale è l’emblema di una realtà che nel quotidiano vive l’alterità sessuale in maniera complessa e paradossale.
Lo schermo del social network e del web diventa una nuova agorà in cui gli utenti si adoperano in commenti o illazioni all’indirizzo di personalità con sessualità differenti e protese verso coming out e outing.
La giustizia italiana si è adoperata per far fronte sul piano civile a dar esiti; tuttavia permangono numerose incognite e soluzioni contraddittorie come si evince da alcune sentenze della cassazione, che definisce reato dichiarare la sessualità altrui, ma non reato adottare l’accezione omosessuale in modo dispregiativo.