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Arrestato Giovanni Cortese, detto O’Cavallar

Una domenica come tante, trascorsa con amici e famiglia in un ristorante del casertano. Uno scenario apparentemente normale, quasi banale, se non considerassimo che esattamente così i Carabinieri hanno arrestato Giovanni Cortese, detto anche O’Cavallar, il ras di Secondigliano.

L’arresto

L’uomo, appartenente da lungo tempo al clan Di Lauro, si trovava infatti presso il locale Tenuta del Barone, sito in San Marcellino, in provincia di Caserta. All’arrivo dei Carabinieri pare che Cortese si sia dileguato, nascondendosi in una cella frigo del ristorante. Venendo scoperto immediatamente dalle Forze dell’ordine, l’uomo è stato messo in stato di fermo per aver violato l’obbligo di dimora.

I fratelli di Giovanni Cortese

Sono anni che gli inquirenti indagano sui fratelli Cortese. Tre uomini da più di vent’anni a capo di un gruppo criminale nel rione Berlingieri. Il più famoso dei tre è Giovanni, persona di fiducia di Paolo Di Lauro, ambasciatore del clan. Il suo soprannome è dovuto all’essere specializzato nei cosiddetti “cavalli di ritorno“. Poi c’è Ciro Cortese, passato al clan Vanella Grassi, ma assassinato per dissidi interni al clan. Infine Luca Cortese, diventato collaboratore di giustizia.

Le testimonianze dei pentiti

Alcuni collaboratori di giustizia hanno parlato di Giovanni Cortese negli anni. Ma il pentito Vincenzo Lombardi sembra conoscerlo molto bene tanto da parlare di lui in maniera precisa e dettagliata:

“Giovanni Cortese ’o cavallaro aveva il ruolo di controllo del rione Berlingieri, in particolare il controllo dei cosiddetti “cavalli di ritorno”, acquistando direttamente dai ladri o rapinatori le autovetture per poi contattare i proprietari e fare i cavalli di ritorno. Nel corso della faida si è avvicinato a Pica, anche per fargli conoscere affiliati esterni al rione quali Maurizio Maione, i fratelli Pacchina e altri ancora. Giovanni Cortese si è occupato delle estorsioni a Melito. A tutte le persone affiancate da Giovanni Cortese a Giuseppe Pica, nel senso che le indicava per valutarle da un punto di vista criminale, venivano affidate mansioni diverse: chi doveva portare soldi, chi doveva occuparsi del mantenimento dei ragazzi nel rione.”

Ma c’è anche la testimonianza di un altro collaboratore di giustizia, Salvatore Tamburrino, fino a poco fa braccio destro di Marco Di Lauro e catturato dopo circa 14 anni di latitanza. Tamburrino parla di Giovanni Cortese prima come braccio destro del boss Cosimo Di Lauro e poi passato al fratello Salvatore, dopo la cattura di Cosimo. Per anni si è occupato di droga, truffe assicurative e cavalli di ritorno.  Secondo Salvatore si tratta di un personaggio spietato che  sin da giovanissimo è piaciuto sempre alla camorra.

Eva Maria Pepe
Eva Maria Pepe
Laureata in Lettere classiche, ama l'arte, la letteratura, i viaggi. Il suo più grande sogno è diventare scrittrice.