L’Università proverà a ricominciare. Numerose saranno le misure anti-contagio delle quali dovrà avvalersi per rendere possibile la ripresa. Bisognerà garantire il regolare svolgimento delle lezioni, evitando – però – di compromettere la sicurezza sanitaria.
Durante un’intervista a Radio 24, il Ministro dell’Università Gaetano Manfredi annuncia la ripartenza della didattica in presenza per tutti gli atenei. La soluzione adottata prevede un sistema misto: l’affollamento delle aule ridotto al 50%, ingressi disciplinati e sanificazione. Previsto anche l’uso di dispositivi di protezione individuale, durante lo svolgimento della lezione, in aggiunta al distanziamento sociale. Coloro che non parteciperanno alle lezioni a numero chiuso (effettuando la prenotazione richiesta, grazie alle apposite app), potranno utilizzare gli strumenti di didattica a distanza, seguendo da casa attraverso i canali alternativi.
L’Università italiana ha superato con successo il periodo del lockdown, poiché – come afferma Manfredi – il numero di esami svolti dagli alunni e il numero di laureati non è assolutamente diminuito. La disposizione degli alunni in aula sarà a scacchiera, in modo da garantire così la giusta distanza. Percorsi differenziati per entrata e uscita dall’aula, presenza di gel disinfettante garantita, tuttavia non verrà misurata la febbre prima di entrare per seguire. Per l’insegnante non sarà obbligatorio l’utilizzo della mascherina, poiché potrebbe compromettere l’efficacia della spiegazione. Possibili focolai verrebbero gestiti come di consueto: con segnalazione dei contagiati e tracciamento. Le nuove modalità sono state approvate dal Comitato tecnico scientifico.
Un altro argomento centrale nella discussione riguardante le modifiche apportate al sistema universitario, per contenere l’emergenza, riguarda gli studenti fuorisede. Sono in pochi a voler intraprendere questo percorso, attualmente. Le ragioni principali sono: il timore di non poter rientrare a casa dalla propria famiglia, l’esposizione al pericolo per via della condivisione di spazi con sconosciuti e la crisi del mercato legata agli affitti.
La ripartenza della didattica universitaria, dopo sei mesi di chiusura, trascina con sé alcune problematiche, ciononostante procede con sicurezza, per riuscire a salvaguardare – nel migliore dei modi – il diritto all’istruzione.