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Trattamento basato sugli anticorpi: al lavoro contro il Covid

Dall’Australia arriva una terapia alternativa al vaccino anti-covid. Si tratta di un trattamento messo a punto dagli studiosi del Walter and Eliza Hall Institute di Melbourne. Essa si fonda sugli anticorpi che sarebbero forse in grado di sbarrare le porte al virus, senza consentirgli l’accesso alle cellule. A questo scopo sono milioni gli anticorpi posti sotto la lente di ingrandimento, cercando di identificare quelli più idonei.

Si tenta di rintracciare gli anticorpi in questione anche nel plasma cosiddetto iperimmune dei soggetti guariti. Un’operazione comunque non molto semplice, dato che per ottenere il plasma solamente il 30% dei donatori è qualificato.

Wai-Hong Tam, specializzato in malattie infettive e difese immunitarie, afferma: “La nostra terapia permette di impedire l’accesso del virus e bloccare l’infezione” nel corso di un’intervista all’Abc. Il trattamento mira a distruggere gli acerrimi nemici del Covid-19: le proteine Spike.

Questo tipo di terapia basata sugli anticorpi è inoltre già sperimentata in patologie come il cancro e le malattie autoimmuni. Una volta accertata l’eventuale funzionalità del trattamento esso potrebbe essere utile ai fini preventivi nei confronti del virus ed anche a trattare la malattia nelle sue prime fasi.

Parallelamente all’Australia Israele sta lavorando su una terapia basata anch’essa sugli anticorpi. Una prima sperimentazione è volta al termine attorno alla metà di agosto, registrando un esito positivo. Le tre persone sottoposte al trattamento sono guarite, un miglioramento definito “sorprendente” dal direttore del Centro medico dell’ospedale sito a Gerusalemme, Hadassah.

L’Italia non si esime dall’indagare questa sorta di via di fuga trasversale. Il laboratorio vAMRes della Fondazione Toscana Life Sciences, sotto la guida di Rino Rappuoli e in collaborazione con lo Spallanzani di Roma ed il Policlinico Le Scotte di Siena, si stanno muovendo nella direzione spiegata, selezionando tre anticorpi specifici.

Bisogna augurarsi che venga dimostrata l’efficacia del trattamento anticorpale per l’importanza che esso riveste per coloro che non potranno sottoporsi al vaccino, in quanto avanti con l’età o con una salute già cagionevole. Non è poi da tralasciare il vantaggio che ne potrebbe derivare per il personale sanitario, a cui potrebbe essere offerto come profilassi.

Rosalba Caramiello
Rosalba Caramiello
Giovane psicologa clinica laureatasi all'Università di Roma "La Sapienza" ed educatrice, appassionata di giornalismo e fotografia.