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Inter, una feroce bufera è pronta ad invadere Milano

Quanto pesa questo macigno mister? Hai già superato quel maledetto momento sgradevole? Come un alcolista, dopo una notte passata tra il tintinnio dei bicchieri e l’alcol che scorre, si sveglia e smaltisce la sbornia del giorno precedente. È una ferita, una ferita profonda, ed anche molto; il processo di cicatrizzazione è lungo, sarà dura risanare la ferita. Ci penserà il tempo? Chi lo sa. L’unica certezza è che, ora come ora, in casa Inter regnano amarezza e delusione, per la mancata aggiunta della coppa dell’Europa League in bacheca.

Il Siviglia ha trionfato e si è aggiudicata l’edizione 2019/2020 di Europa League, vincendo di misura 3-2 contro i nerazzurri. Non bastano ad Antonio Conte il rigore trasformato da Romelu Lukaku e la “scodellata” di Diego Godin. Proprio l’autorete del belga si rivela decisivo, ma in modo negativo, poiché condanna l’Inter alla sconfitta e alla mancata gioia finale. Regna la compagine spagnola in terra europea: per la sesta volta, infatti, giunge in finale e riceve lo scettro di regina d’Europa, stabilendo un vero e proprio record.

Europa League e Rojiblancos, una strana ed irresistibile attrazione quindi, che li lega ormai da anni; l’Inter è ancora troppo acerba per vincere una competizione europea. Prosegue, inoltre, l’astinenza italiana dai trionfi continentali: un dramma di uno scenario calcistico poco piacevole. Il sigillo della missiva inviata dal Siviglia, l’Europa League l’ha letta ed anche approfonditamente; i nerazzurri sono stati a guardare. Poteva romperlo, quel digiuno, proprio la compagine milanese, che dieci anni fa ha vissuto una delle notti più magiche in assoluto ed ha scritto una delle pagine più importanti della storia interista. Un racconto affascinante ed incredibile poteva essere raccontato a qualsiasi giovane tifoso nerazzurro; invece no, con gli arti superiori ed inferiori legati e le ali strappate, ogni sogno, così, ormai spento e affievolito, è stroncato e distrutto.

Un peccato, però, per come la vittoria andalusa è maturata: 3 a 2 per i biancorossi con tre gol di testa. Ricevere tre reti di testa, due su palle da fermo ed uno dal fondo è veramente eccessivo. È un regalo a tutti gli effetti: la compagine nerazzurra poteva e doveva fare di più in questa finale, che sarebbe stata fondamentale portare a casa non solo per arricchire la bacheca già colma di trofei e riconoscimenti, ma per tutto il calcio italiano, che tra le due massime competizioni europee, non raggiunge la vetta da ormai 21 anni, dal successo del Parma nel XX secolo, precisamente nel 1999.

Insieme ai calciatori nerazzurri in campo successivamente la rete di Diego Carlos, è precipitata anche la società a causa di questa sconfitta. Quest’ultima è interdetta dopo la stagione vissuta ad alti livelli ma allo stesso deludente per il mancato successo dell’Europa League, mister Conte è in bilico più che mai e si sente tradito da tutto l’ambiente circostante, i giocatori… beh i giocatori sono amareggiati, questo è chiaro, ma si sentono scombussolati, troppo trambusto intorno ad essi; il frastuono è eccessivamente forte e la distrazione è dietro l’angolo.

Ci tengo a chiarire una situazione molto importante: è passato il concetto che non ci fosse un buon rapporto fra me ed il presidente e che il papà di Steven fosse stizzito da alcune situazioni. A me non è arrivato niente, magari qualcuno avrà avuto interesse a far passare queste notizie per creare ultieriori problematiche. Il rapporto con la proprietà rimarrà molto forte“. La professionalità e l’impegno del duro lavoro effettuato da Conte trapelano chiaramente dalle sue parole; ci sarà sempre un ottimo rapporto con la società ed ha voluto sottolinearlo.

Le vere problematiche, infatti, sono i rapporti con Ausilio e Marotta. In particolare con quest’ultimo, anche se ha sempre avuto uno splendido rapporto. Entrambi si sono amati in casa bianconera, si sono cercati nuovamente e si sono ritrovati all’Inter, ma questa volta alcuni episodi hanno fatto si che la situazione non andasse tutta liscia come l’olio, tanto che l’addio del tecnico sia ora lo scenario più plausibile. Le parole di Antonio Conte fanno comunque tremare l’intero ambiente nerazzurro; il suo commento alla stagione nerazzurra è suonato come un saluto che anticipa l’addio. Lo stesso Zhang non si è voluto sbilanciare sulle decisioni che saranno prese a breve, mentre il mister ha utilizzato l’intervista conclusiva della stagione per confermare e valorizzare la propria posizione, inerente le difficoltà affrontate questa stagione e per sottolineare come all’Inter non esistono segreti per la stampa.

Chi prenderà le redini del tecnico salentino? Il nome non lo si conosce ancora, ma le idee riguardo il successore iniziano già a circolare tra le strade di Milano e le case dei tifosi interisti, passando anche per San Siro. Massimiliano Allegri sembra essere uno dei papabili: è carico ed è pronto per tornare in pista. L’ex tecnico di Juve e Milan pare aver già manifestato il suo gradimento verso Milano, la parte interista però. Sul tavolo una bozza d’accordo per un biennale a cifre inferiori rispetto a quelle di Conte. Rimane soltanto da capire cosa si diranno nell’ultimo incontro, forse quello decisivo, tra Steven Zhang e il tecnico salentino. Oltre Max, nel mirino ci sarebbero anche Roberto De Zerbi del Sassuolo e Sinisa Mihajlovic del Bologna.