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Bielorussia, tra scioperi e proteste

Bielorussia, nell’occhio del ciclone. Tra scioperi e proteste, è di poche ore fa la notizia del trattenimento di una giornalista italiana di Rainews24.

Sembrano non arrestarsi le proteste in Bielorussia contro la rielezione del Presidente Aleksandr Lukashenko che, a distanza di sette giorni dalle discusse elezioni, ha trionfato per la sesta volta con l’80% dei voti favorevoli.

Appellato come ” l’ultimo dittatore d’Europa”, il Presidente ha mostrato sin da subito il pugno di ferro, soprattutto seguendo le ultime dichiarazioni che riguardano la non ripetizione delle elezioni.

Nessun passo indietro, nonostante tumulti ed aspre contestazioni, che sono sfociate nella manifestazione a Minsk per la cosiddetta ” Marcia per la libertà”.

Marcia in Bielorussia che ha contato all’incirca duecentomila persone, e per un paese che conta meno di diecimila abitanti le è valsa come manifestazione più partecipata nella storia del suo territorio.

Nel frattempo la controparte anti Lukashenko, Svetlana Tikhanovskaya leva la voce dalla Lituania, dichiarando di essere pronta in qualunque momento ad agire come leader nazionale affinché il paese ritrovi un nuovo equilibrio e soprattutto si riorganizzino le elezioni presidenziali.

Atmosfera esplosiva, già alcuni giorni prima delle elezioni, che si prospettavano non regolari. Alla manifestazione si sono poi aggiunti gli scioperi e la svolta anche da parte di qualche membro dell’esercito che si è mostrato dissidente rispetto alle azioni repressive degli ultimi giorni di altre frange militari, e per protesta alcuni hanno pubblicato dei video in cui gettavano via le divise.

Inoltre si è appreso nelle ultime ore che una giornalista italiana di Rainews24, Emma Farnè è stata trattenuta per una notte e poi respinta all’aeroporto internazionale di Minsk, insieme ad altri colleghi del Tg1 e giornalisti stranieri.  Secondo quanto dichiarato dalla stessa reporter, le donne sono state divise dagli uomini, i bagagli a mano perquisiti e requisiti i passaporti. Alcuni agenti hanno scattato una foto da un tablet dove era stato pubblicato un articolo sulla Bielorussia. Nonostante l’impegno dell’ambasciata italiana, i giornalisti sono stati trattenuti per dodici ore, sono stati autorizzati a prendere il primo volo per Milano, all’ultimo minuto, col divieto di filmare e scattare foto.