Caso Regeni, ancora tantissimi interrogativi, necessaria la presenza dell’ambasciatore italiano per poter fare luce sui molteplici punti oscuri che riguardano la vicenda.
Quello di Giulio Regeni è identificato come ‘ caso’ poiché la nebbia circa tutto l’accaduto è ancora molto fitta. Giulio fu ritrovato morto quattro anni fa, era il 3 febbraio 2016 al Cairo, dopo una sparizione riferibile al 25 gennaio dello stesso anno. Quel che è rimasto della vicenda sono molteplici quesiti, disperati e non soluti sollevati dalla stessa famiglia Regeni, sostenuta da una rete di associazioni per il rispetto dei diritti umani, come Amnesty International che lotta strenuamente per venire a capo della vicenda.
Di Maio, proprio poche ore fa, ha dichiarato in Parlamento che ” i rapporti tra Italia ed Egitto sono obiettivamente compromessi, ma non ci saranno rotture, almeno da parte di Roma”.
Secondo il Ministro degli Esteri, in questo momento è importante coinvolgere massivamente le autorità del Cairo ed è altrettanto fondamentale che vi sia un ambasciatore italiano per proseguire con la ricerca della verità, sul caso Regeni.
Questione complessa e altrettanto delicata se si pensa che in quel territorio c’è ancora Patrick Zaky, il quale pochi giorni fa ha ricevuto una proroga di detenzione di altri quaranticinque giorni.
” Le critiche da parte della famiglia sono legittime e giustificabili” così afferma Di Maio, dopo aver ascoltato il forte dissenso da parte della famiglia Regeni, ribadendo lo strenuo impegno per giungere infine alla verità.