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Murat ottiene da Napoleone il regno di Napoli

La ratifica dello statuto di Baiona, il 15 luglio 1808, proclamato il 20 giugno del medesimo anno sanciva l’approdo sul trono di Napoli di Gioacchino Murat, cognato del generale e imperatore di Francia, Napoleone Bonaparte.

A dar il via libera all’arrivo del “re elegante” detto Gioacchino Bonaparte, tra i tanti appellativi attribuiti al Murat dai napoletani sarà certamente l’annessione nel sistema di agglomerazione con costituzioni e codici dei territori della Spagna, affidata al fratello di Napoleone, Giuseppe.

Quest’ultimo, infatti ottenne nel 1806 la corona di Napoli, ma la necessità di tener sotto controllo un territorio politicamente instabile come si rivelerà la Spagna, premeva il generale corso di affidarlo ad un sodale vicinissimo.

Come si evince dallo statuto di Baiona, lo scopo del Bonaparte era anche quello di dar una continuità alle iniziative riformiste sul piano giuridico-legislativo del regno di Napoli, sradicate definitivamente nella repressione borbonica del 1799.

La soluzione avallata con Murat e i cinque punti elaborati dal giurista Giuseppe Zurlo, la quale recava al regno un ordinamento giuridico composto da cinque Sedili, cioè un parlamento in cui prendessero parte tutti i rappresentati della configurazione sociale del regno, come giuristi, clericali, esponenti del commercio e del mondo intellettuale.

Interessante è come nel documento di Baiona, Murat venga insignito anche del titolo di re di Sicilia, territorio rimasto in verità, grazie al contributo della flotta britannica sotto il dominio del Re Nasone Ferdinando IV.

Mentre la soluzione si rivelò felice per il Mezzogiorno, con le politiche di Murat atte a contrastare la feudalità e il brigantaggio, parimenti si rivelarono drammatiche sul fronte spagnolo per la Grande Armata napoleonica.

Murat infatti seppe farsi valere per il coraggio e il vigore delle sue iniziative, tra cui rientrano la ripresa e la cacciata degli inglesi dall’isola di Capri, il gettare le basi di nuove attività accademiche come ingegneria e agraria e realizzazioni di strutture edili dai fini urbanistici e commerciali nel Mezzogiorno, oltre che l’attuazione nel 1809 del codice civile napoleonico, dichiarando l’ammissibilità legale del divorzio, del matrimonio civile e dell’adozione.

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."