Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi a Mondragone, la questione App Immuni torna al centro del dibattito della comunità scientifica.
I numeri sono chiari, è veramente bassa la percentuale di Italiani ad aver scaricato l’app, ben lontana dal 60% necessario affinché possa rappresentare uno strumento reale nella lotta al Covid-19. Sono circa 4 milioni gli Italiani che l’hanno scaricata e sempre più quelli che si dicono contrari a farlo.
Il timore di veder violare la propria privacy è molto forte e sembra avere la meglio anche sul desiderio di preservare la propria salute. I ministeri della Salute e dell’Innovazione hanno più volte rassicurato i cittadini ribadendo che l’applicazione non prevede la geolocalizzazione degli utenti né richiede dati personali sensibili a garanzia di tutela della privacy, questo però non è tuttavia bastato a far decollare i download.
Se gli Italiani hanno scaricato in basse percentuali Immuni, ancor meno sono i Napoletani che lo hanno fatto.
A lanciare l’allarme i pediatri di famiglia della Fimp , che sottolineano come l’utilizzo dell’App sarebbe utilissimo in situazioni come quella di Mondragone e per garantire, a settembre, la ripresa delle attività in maggior sicurezza.
Saranno necessari tutti gli strumenti oggi disponibili per evitare di ritrovarci in autunno con una nuova violenta ondata di contagi, questo il pensiero dei pediatri di Fimp.
Fondamentali, per evitare situazioni di criticità come quella della scorso febbraio, le cure primarie e la prevenzione. Il timore dei pediatri è però che la scarsa fiducia dei cittadini nel sistema sanitario, così come campagne di comunicazione inadeguate possano allontanare i genitori dalle scelte corrette per tutelare la salute dei propri figli.
Un passo importante sarà quello della campagna vaccinale anti influenzale, fondamentale il vaccino contro l’influenza perché permetterà una più rapida diagnosi in caso di contagio da Covid-19.
La salute dei più piccoli ricopre un ruolo più che mai centrale, nei mesi scorsi si è, infatti, spesso parlato di come questi ultimi nella maggior parte dei casi anche se positivi al virus siano asintomatici e questo mette a rischio la salute di interi nuclei familiari, è chiaro ormai che genitori e nonni siano tra le categorie a rischio se esposte a contagio.
Alla riaperture delle scuole, si auspica quindi che l’App Immuni abbia raggiunto una vasta copertura sia a livello locale, ma anche e soprattutto nazionale e che i genitori rispettino i calendari di tutte le vaccinazioni e soprattutto di quello anti-influenzale.