L’estensione del covid – 19, a livello mondiale, ha bloccato e ha creato disagi in tutti i tipi di attività e in vari ambiti. A subirne le conseguenze è stato anche il mondo dell’arte. Ma, a scaglioni, qualcosa si sta muovendo. In Cina, infatti, il 25 giugno si riapriranno le porte dell’arte, in quanto il Teatro dell’Opera di Guangzhou, riprenderà l’attività artistica, con la riproduzione dello spettacolo di “Marco Polo”.
E’ indubbio, ed è evidente, che a pagare le care conseguenze del fermo dovuto al propagarsi del coronavirus, ha ostacolato la regolare attività, in campo artistico, di teatri, musei e altri tipi di luoghi di cultura, sia in Europa che nel resto del mondo. Una situazione che ci ha accomunati, facendoci vivere le stesse sorti.
Per quanto riguarda la Cina, secondo quanto riporta Ansa – Xinhua, dopo lo stop forzato di questi mesi, il 25 giugno riaprirà il Teatro dell’Opera di Guangzhou. La ripresa della programmazione sarà “inaugurata” con la rappresentazione dello spettacolo “Marco Polo”.
Quest’ultimo è il risultato di una combinazione tra la leggenda di Marco Polo e un’opera originale in lingua cinese ed è stato organizzato dal Teatro dell’Opera di Guangzhou ben due anni fa, nel 2018.
In materia di prevenzione anti – contagio contro il virus, sono state prese delle dovute accortezze, su vari punti di vista. Innanzitutto, per quanto riguarda gli ospiti, i posti in sala sono stati ridotti ad una percentuale del 30 % rispetto alla capienza che, abitualmente, la struttura riesce a contenere. Tali misure di sicurezza sono state applicate per favorire il distanziamento sociale tra il pubblico.
In secondo luogo, sono stati effettuati dei test a base di acido nucleico sullo staff, i dipendenti del Teatro.
Infine, all’interno stesso della struttura, sono stati installati specifici dispositivi a infrarossi, il cui obiettivo è di rilevare la temperatura.