Luisa Guarro, autrice e regista teatrale, si è espressa riguardo le condizioni dell’arte oggi in un’intervista ad opera di Fabio Balato per il Talks, sul network CMW Lab:
“C’è la necessità di un reddito di studio e sperimentazione permanente, che tenga conto del carattere intermittente del lavoro artistico. E la necessità di un fondo per un finanziamento orizzontale e diretto, che abbia come fine la promozione capillare dell’attività culturale e teatrale e il sostegno della produzione e della distribuzione, secondo un principio di inclusione, contro il vigente principio di esclusione e l’odiosa pratica dell’esclusività”.
La donna, laureata in filosofia e con una carriera ricca di collaborazioni, con l’Associazione Osservatorio Palestina, con il Drama Theater di Ryazan ed il Wolfgang Borchert di Munster, ha ridato vigore alle problematiche che affliggono la cultura teatrale in questo difficile momento storico.
Esiste infatti un fondo stanziato dal Governo per la cultura ma la maggior parte del denaro erogato è affidato ai grandi teatri e alle più grandi case di produzione, che finirebbero col privilegiare e diffondere i propri spettacoli in un circuito stabilito e non inclusivo.
La creazione di un reddito fisso che salvaguardi gli artisti e preservi il mondo del teatro è un’esigenza non nuova, che affonda le proprie radici già negli anni ’70. Da qui l’idea di un reddito di studio e sperimentazione permanente, per evitare di essere economicamente scoperti durante l’ideazione di un’opera d’arte, “una fase tutt’altro che inattiva”, come la definisce Luisa Guarro.
La regista considera non rispettosa neanche la dicitura “sussidio di disoccupazione”, a cui devono ricorrere gli artisti per ricevere un aiuto al loro sostentamento. L’autrice ritiene aberrante il sistema che avvantaggia chi ha versato contributi più cospicui allo Stato e di conseguenza considerato più degno di ricevere un supporto sostanzioso durante la disoccupazione.
Ciò porta a considerare, secondo Luisa Guarro, quanta poca importanza venga riconosciuta all’artista, che non solo diverte e appassiona -come ha invece detto il Presidente Conte parlando degli artisti- ma “ci sottrae all’illusione di ciò che appare” per riportarci all’essenza.