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Pechino ai suoi studenti: “non andate in Australia”

Pechino “consiglia” ai suoi studenti di non recarsi in Australia per intraprendere o proseguire i propri studi.

E’ dei giorni scorsi l’allarme lanciato dai Ministeri del Turismo e degli Esteri di Pechino, che denunciavano,  da parte della nazione oceanica, atti di crescente razzismo nei confronti della popolazione cinese.

Un razzismo che, stando alla versione di Pechino,  si sarebbe manifestato con  l’avvento della crisi sanitaria da Coronavirus.  Durante la pandemia , molti cinesi avrebbero infatti ricevuto aggressioni verbali e fisiche in diverse città australiane, tra le quali Sydney, Melbourne e Brisbane.

Quanto affermato dal governo cinese aveva trovato un riscontro nelle parole del ministro del Commercio australiano, Simon Birmingham, il quale aveva parlato di episodi a sfondo razziale registrati nel Paese, pur tenendo a precisare, nel corso della stessa dichiarazione, di non ritenere affatto «che l’Australia sia una destinazione pericolosa per coloro che provengono dalla Cina».

Ieri, 9 giugno, il ministro dell’ istruzione cinese invita gli studenti ad essere “prudenti” , in un comunicato stampa riportato dal Guardian, chiedendo ai ragazzi di valutare bene i rischi di un eventuale trasferimento in Australia e di fare molta attenzione.

Non un vero e proprio divieto quello lanciato dal governo di Pechino, quanto piuttosto un avviso formale a coloro che intendono intraprendere questo tipo di viaggio, che trova la strada spianata dalla decisione del governo australiano di chiudere le frontiere per affrontare al meglio l’emergenza Coronavirus.

Questo episodio rischia di creare una bufera diplomatica, specie perché arriva a seguito delle minacce di alcuni giorni fa, da parte di Pechino, di boicottaggio dei beni e dei prodotti australiani.

Possibili Cause delle tensioni tra Australia e Cina

Le tensioni tra Pechino e Canberra potrebbero avere però origini diverse dagli episodi di razzismo ai danni del popolo cinese. Episodi che, purtroppo, si sono verificati in modo più o meno grave in molti paesi occidentali durante la pandemia, fomentati dalle incertezze e dalla paura di un nemico invisibile come il Coronavirus.

L’Australia è stata, infatti, il primo paese al mondo a richiedere un’indagine indipendente sulla diffusione del virus SARS-CoV-2, manifestando dubbi e perplessità sul comportamento delgoverno di Pechino nella diffusione dei dati epidemiologici e sulla gestione dell’emergenza scatenata dal virus. Il governo australiano inoltre, aveva espresso  il proprio disaccordo nei metodi utilizzati da Pechino durante le proteste di Hong Kong.