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La Pietà di Michelangelo sfregiata, accadeva 48 anni fa

15 minuti di violenza consumati contro la Pietà di Michelangelo, opera eccelsa conservata ai Musei Vaticani. Un marmo scolpito dall’artista a soli 23 anni.

Buonarroti ritrae una madre giovanissima, allo scopo propriamente teologico di sottolineare che la Vergine è figlia del suo stesso figlio. Una donna, quindi, più che dolente, in contemplazione di un mistero che non coglie appieno.

Un geologo australiano di origini ungheresi sfregiò la statua della Vergine, durante la messa di Pentecoste, sotto gli occhi attoniti di Paolo VI. 12 i colpi inferti, paragonabili a quelli di un assassinio, per il dolore che si prova a guardare le immagini della drammatica vicenda.

László Tóth saltò la balaustra e accompagnò il suo folle gesto declamando frasi sconnesse: “Io sono Gesù Cristo risorto dalla morte” echeggiò nella Basilica di San Pietro.

Danneggiati il velo, il naso, l’avambraccio, il polso e l’occhio, la zona più gravemente lesa e difficile da recuperare. La Pietà ne uscì deturpata ma anche turbata, poiché il suo candore venne macchiato dal colore blu del martello adoperato.

Quel che seguì fu un restauro faticoso ed estremamente delicato, realizzato da un’equipe di professionisti tutti italiani. Le macchie blu furono rimosse con degli strappi per mezzo del nastro adesivo, su intuizione di Franco Dadi, consentendo così di non scalfire minimamente l’opera d’arte.

L’occhio ed il naso furono riparati creando una miscela di resina, polvere di marmo e poliestere, per mezzo di un calco in gesso ricavato da una copia.

Un destino molto simile è toccato ad un’altra opera di Michelangelo, il suo David, anch’esso colpito a martellate da un infermo mentale, nel 1991.

Da queste gravi perdite ha avuto però origine una brillante iniziativa, ideata dai Musei Vaticani: la creazione di una gipsoteca virtuale. Questo archivio digitale raccoglie le informazioni tridimensionali sulle statue più celebri, salvate come modelli in 3D, grazie ai quali poter riparare a qualsiasi eventuale danno.

“L’arte è una rappresentazione dell’umanità, della creatività umana. L’uomo passa, l’opera d’arte resta a testimoniare quel popolo” commentò Sandro Barbagallo, curatore delle collezioni storiche dei Musei Vaticani, in un’intervista del 2015. Una sentenza, questa, che ci ricorda che l’arte per essere eterna ha bisogno di venire preservata con tutti i mezzi di cui disponiamo.

Rosalba Caramiello
Rosalba Caramiello
Giovane psicologa clinica laureatasi all'Università di Roma "La Sapienza" ed educatrice, appassionata di giornalismo e fotografia.