I centri estivi saranno aperti dal 15 giugno, ma per gli asili nido ancora non si sa nulla.
L’apertura dei centri estivi è quasi una certezza per i più piccoli, ma nel decreto Rilancio gli asili nido non sono menzionati. Le strutture private chiedono con forza che ci si occupi di un settore che continua a non essere ascoltato.
Il viceministro all’Istruzione Anna Ascani afferma che “Bisogna riaprire i centri educativi per l’infanzia nella fascia 0-6 anni”. E spiega: “Non possiamo pensare di tenere tutto chiuso. Dobbiamo dare la possibilità di fare sperimentazioni già da giugno e dobbiamo riaprire l’interlocuzione col Comitato tecnico-scientifico per avere regole per procedere”.
Il 15 giugno ripartono quindi le attività strutturate nei centri estivi, salvo diverse indicazioni delle varie Regioni.
Il Partito Democratico propone di attivare da subito progetti educativi sperimentali territoriali rivolti ai più piccoli all’interno di un programma nazionale, sulla base di progetti locali costruiti con i Comuni e i soggetti del Terzo settore e con il sostegno delle Regioni, mettendo a disposizione di questi soggetti tutti gli spazi necessari, anche strutture scolastiche, risorse e personale per le attività educative e di cura; nel caso dei centri estivi, piccoli gruppi, con un costante monitoraggio dello stato di salute con test sierologici e misurazione della temperatura per chi si occuperà di loro.
Ma nel decreto Rilancio gli asili nido non sono menzionati. La fascia 0-3 anni è totalmente esclusa, per adesso, dalle riaperture per l’estate. Molte strutture, soprattutto private, rischiano di chiudere e chiedono aiuto alle Regioni.
“Il governo ci ha completamente dimenticato” dicono i lavoratori dei servizi per l’infanzia. E per questo motivo hanno deciso di rompere il silenzio e di scendere in piazza. L’appuntamento è per il 21 maggio alle 15 davanti a Montecitorio. Tutti porteranno mascherine e adotteranno la distanza di sicurezza, per tenere alta l’attenzione sull’argomento.
Gli istituti privati da settimane attendono di poter riprendere, con piccoli gruppi di bambini e con più spazi a disposizione, utilizzando anche quando possibile gli ambienti aperti delle scuole.