La giornata del 15 Maggio 1848 è sicuramente significativa per Napoli e il Regno Meridionale. Il Re del Regno delle due Sicilie all’epoca era Ferdinando II.
In seguito ad alcune idee costituzionali del Sovrano furono mossi moti rivoluzionari; le proteste iniziarono da Palermo e coinvolsero anche Napoli. Queste sommosse videro come protagonisti i popolani. Questi ultimi si schierarono contro Ferdinando II per contrastare quella che era l’idea politica del nobile.
In effetti le insurrezioni ebbero inizio per la diversa considerazione posta dal sovrano al riguardo della Costituzione. Ferdinando II considerava la carta costituzionale un nuovo elemento portante di quella che era la sua idea politica. Ma di fatto limitava il potere decisionale della Camera.
Questa una parte del giuramento datato 13 Maggio 1848 :“Costituito il Parlamento, i desideri della nazione saranno legalmente soddisfatti e le sarà assicurato il suo vero progresso civile e politico. E che sia questo il desiderio del governo medesimo, lo ha mostrato il programma sopra citato, quando annunciava lo svolgimento dello Statuto da farsi dal potere costituito, massime per la parte che riguarda la Camera dei Pari, la quale composta di uomini additati con il maggior numero dal suffragio, ha realmente indizio di fiducia pubblica da non lasciar dubitare che concorrerà alacremente alle utili riforme”.
Dopo le elezioni tenutesi nell’Aprile 1848 si verificò la definitiva protesta contro il Re. Questa insurrezione coinvolse il Regno Borbonico nella totalità. Veniva quindi contestata la mancata modifica del Parlamento alla Costituzione appena promulgata . Le rivolte costrinsero il Re a barricarsi nella propria residenza Regale.
Furono chiuse tutte le vie di collegamento alla Reggia e dalle barricate partirono fucilate contro i facinorosi.
Il Re decise di inviare alla Camera una diversa formula di giuramento rispetto a quella precedente del 13 Maggio.
Questo il giuramento che il Re Ferdinando II di Borbone pronunciò in data 15 Maggio 1848: ” Prometto e giuro innanzi a Dio fedeltà al re costituzionale Ferdinando II. Prometto e giuro di compiere con il massimo zelo e con la massima probità ed onoratezza le funzioni del mio mandato.
Prometto e giuro d’essere fedele alla Costituzione quale sarà svolta e modificata dalle due Camere d’accordo con il re, massimamente intorno alla Camera dei Pari, com’era stabilito dall’art. 5 del programma del 3 Aprile.”
Il 15 Maggio del 1848 segnò lo scioglimento del Parlamento. Non ci è dato sapere il numero di vittime. Persone che persero la vita in quel giorno per difendere il Regno.