Un dato allarmante riguarda uno degli aspetti della pandemia meno discussi: secondo le previsioni dell’Istat, l’emergenza sanitaria determinerà 2mila nuovi nati in meno nel 2020.
Tale fenomeno potrebbe proseguire nel 2021, portando ad un abbassamento delle natalità sotto il confine simbolico dei 400mila nati; questi numeri rientravano nelle stime dell’Istat per l’anno 2032.
Durante l’audizione sul Documento di economia e finanza alla camera, l’Istat ha chiarito che i 428mila nati annui, che erano attesi per il 2020, dovrebbero calare a 426mila. È possibile un’ulteriore riduzione a 396mila nel 2021.
Stando alle simulazioni, il superamento del confine simbolico dei 400mila nati annui sembra verosimile considerando l’aumento del tasso di disoccupazione; anche se seguito da una ripresa e da un ritorno ai valori dei primi mesi del 2020 in due anni.
A prendere la parola sulle simulazioni effettuate dall’Istat, è il direttore del Dipartimento per la produzione statistica, Roberto Monducci che ha dichiarato: “Pur senza sottoporci trasformazioni radicali, sottolineano l’accelerazione di quel processo che i media da tempo descrivono con l’immagine di un Paese dalle culle sempre più vuote”.
L’Istat aveva previsto il calo delle natalità sotto il confine simbolico dei 400mila nuovi nati nell’anno 2032 e nell’ipotesi meno positiva. Un ipotetico incremento del calo delle natalità, come dichiarato dall’Istat: “rappresenterebbe un’aggravante della cui entità è certamente utile avere un ordine di grandezza”; l’Istat ha proseguito: “Per poterle assegnare un adeguato grado di priorità, nelle azioni che dovranno portare, una volta fuori dall’emergenza, a un ritorno alla normalità”.
Per di più, un altro dato preoccupante riguarda l’aspettativa di vita che, a causa dell’aumento sostanziale del numero di morti, potrebbe calare di circa un anno, per quanto riguarda sia le stime alla nascita, sia quelle dopo i 65 anni.
Una serie di fenomeni allarmanti, dei quali è necessario mantenere una conoscenza approfondita.