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Estorsioni ad imprenditori: due arresti nel Napoletano

Le estorsioni camorriste non vogliono sentir parlare di crisi. Puntuali, stavolta, sono arrivati i carabinieri che hanno arrestato due affiliati del clan Puca.

Estorsioni ad imprenditori: due arresti nel Napoletano, c’è il figlio del Boss “Puca”.

Vessavano imprenditori locali con minacce e riscuotevano il pizzo. Come fa sapere Il Mattino, sono scattate le manette per i due esecutori materiali. Si tratta di Giuliano Gallucci, 53 anni, contiguo al clan Puca, attivo soprattutto nelle zone di Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. Su di lui una nota dei carabinieri: “E’ gravemente indiziato – si legge – del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose ai danni di un imprenditore edile dell’agro aversano”. L’imprenditore è “vincitore di un appalto pubblico per i lavori di ristrutturazione delle palazzine popolari di via Garibaldi a Grumo Nevano”.

La seconda persona, per cui sono scattate le manette, è Luigi Puca, 25 anni, figlio di Pasquale Puca (attualmente detenuto). Si tratterebbe, a quanto emerge da tempo ormai, dei vertici decisionali del clan Puca. Il figlio del boss, unitamente all’imprenditore Giuseppe D’Aponte, sono del reato di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose ai danni di un altro costruttore della zona. Per l’imprenditore le manette erano scattate già a marzo, mentre per Luigi Puca si è aspettato il provvedimento del GIP.

Il metodo: marcare il territorio

I particolari che sono emersi da quest’ultima inchiesta, coordinata dai carabinieri di Giugliano, ha fatto emergere il metodo. Per Giuliano Gallucci il racconto è di un atteggiamento minaccioso, con il quale il 53enne si sarebbe recato al cantiere di ristrutturazione delle palazzine popolari di Grumo Nevano, chiedendo da dove arrivasse questa società. Venuto a sapere che si trattava di una società di “fuori” (cioè esterna all’area da loro controllata) avrebbe intimato al titolare di recarsi a parlare dai “suoi amici di Sant’Antimo”. Tutto ciò avveniva a febbraio.

Contestualmente, invece, Luigi Puca, soprannominato o’ Minorenne, secondo quanto emerso, sarebbe indiziato, insieme a D’Aponte, di aver estorto una somma di 50mila euro (materializzata in cambiali ed assegni) ad un imprenditore che si trovava fortemente in difficoltà. A quanto si è capito la vittima avrebbe contratto un debito di 11mila euro.

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