Il Coronavirus arretra, avanza la Fase 2. I numeri, soprattutto quelli dei ricoveri e delle terapie intensive, si fanno sempre più incoraggianti.
Coronavirus, al via la Fase 2 con i numeri positivi
Il segno meno ha iniziato a benedire l’Italia. Stavolta, almeno, non si insinua innanzi ad un indicatore economico, come tristemente ci siamo abituati, ma al numero dei malati da Coronavirus. Sono -528 sul totale. Altri 2.729 casi e 534 morti, con i guariti che rimpolpano le fila con 2.723, miglior risultato della crisi. Dal bollettino di ieri sera si evince il dato più importante, certamente quello che nella sostanza non è sottoposto ad opinabilità, cioè i ricoverati: -772 in regime ordinario (che in tutto scendono a 24.134) e -102 in terapia intensiva (2.471 totali), mentre le persone in isolamento domiciliare sono 81.104.
Sfortunatamente l’inversione di tendenza si ha nei numeri dei decessi: 534 ieri contro i 454 del giorno prima. Numeri che, però, nella sostanza sono positivi ed indicano un importante arretramento della malattia. Condizioni ideali per il governo che proclama ufficialmente l’inizio della Fase 2 al 4 maggio, come da decreto. La situazione si evolve positivamente e va verso un esaurimento. Il dato diminuisce con l’aumentare dei tamponi e questa proporzionalità inversa fa tirare un sospiro di sollievo.
Bisognerà, adesso, disegnare i più prossimi scenari futuri dal punto di vista politico e sociale. Per il secondo è indubbio che fino alla creazione di un vaccino il metro di distanza, mascherine e guanti saranno all’ordine del giorno, della nuova normalità.
Fase 2, la politica si divide (ancora una volta) sulla guida
Non è un segreto che dipendesse da Giorgia Meloni e Matteo Salvini si farebbe un governo di larghe intese con una figura terza, diversa da Conte. La destra però non è così unita, perché sul Mes (argomento più in voga del momento), Forza Italia si schiera col Pd a favore. D’altronde i sondaggi però danno forza a Giuseppe Conte e compagni di andar avanti per la loro strada. L’approvazione sull’operato del governo è quasi plebiscitaria.
Ad essere favorevole ad un governo di larghe intese si esprime anche Carlo Calenda, oggi opposizione. Inutile dire che la vera battaglia non si gioca in parlamento, dove gli avversari del governo cercano di portare avanti il progetto politico che li ha portato alla maggioranza nei sondaggi. La vera partita si gioca in Europa, e si gioca per il tasso zero (cioè una formula di prestito dilazionata in più anni). Il Mes sembra rispondere a queste esigenze, attuali ed impossibili da inserire dopo se non con un parere suicida di quei Paesi come Italia, Spagna e Francia che ne usufruirebbero. La guida di questa trattativa, che rappresenterà il cuore politico della ricostruzione ovvero il definitivo (improbabile) sfracello delle istituzioni europee (e quindi dell’Unione Europea stessa).
Fase 2, quindi, che consentirà a molti di riaprire e poter ripartire. C’è scetticismo sulla Scuola, argomento delicato, su cui a dire di Azzolina deciderà una commissione di esperti. La probabile conclusione sarà che, viste i decreti già in essere e viste le decisioni che il ministro ha già preso, il tutto verrà rinviato a settembre. Il governo è sicuro di non poter commettere errori che lo Stato (cioè tutti noi) pagheremmo a caro prezzo.