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O’ scarpariello, storia della cucina napoletana

O’ scarpariello o pasta allo scarpariello nasce in una delle zone più popolari di Napoli: i Quartieri Spagnoli.

Il nome deriva dai suoi ideatori, gli ‘scarpari’, ovvero i calzolai che, proprio nei Quartieri Spagnoli avevano i loro negozi.

Alcuni pensano che questa semplice ma squisita pietanza fosse stata inventata dalle mogli e dalle sorelle di questi artigiani che, non avendo molto tempo da dedicare ai fornelli, preparavano un piatto veloce ma gustoso durante la pausa pranzo.

Secondo altri, invece, questo piatto veniva preparato con i prodotti che avanzavano in casa o con quello che spesso veniva dato in dono o come forma di pagamento ai calzolai per il loro lavoro.

Infatti accadeva che chi non potesse pagare il calzolaio fosse spesso propenso a regalare cibo, quasi sempre  erano formaggi.

La giornata dello scarpariello era solita essere il lunedì, giorno di riposo dello scarparo, in cui metteva insieme quel che aveva raccolto dai clienti o al ragù avanzato dal giorno prima. 

La preparazione tradizionale di questa pietanza prevedeva uno spicco d’aglio da far soffriggere in padella su un fondo d’olio; quando l’aglio diveniva dorato si aggiungeva il pomodoro, il basilico e un pizzico di sale e lo si lasciava a cuocere lentamente per 15 minuti circa.

Mentre il tutto prendeva sapore, si iniziava a preparare la pentola con l’acqua per la cottura della pasta che, ovviamente, doveva essere al dente.

Una volta che quest’ultima fosse stata pronta, si faceva saltare il tutto in una padella, aggiungendo parmigiano e pecorino grattugiato e facendo amalgamare per qualche minuto.

Una volta pronto si aggiungevano gli ultimi ritocchi; qualche altra foglia di basilico fresco, peperoncino e un filo d’olio a crudo.

Lo scarpariello è ad oggi uno dei piatti napoletani che ne rappresentano la tradizione culinaria, nonché tra i più cucinati dai napoletani stessi quando si ha necessità di preparare un qualcosa di veloce ma senza rinunciare al sapore nostrano di ‘casa’ .

Oggi questo piatto tradizionale è stato rivisitato, come ormai molti piatti della cucina, non solo napoletana, ma anche italiana.

Questi viene, infatti, cucinato utilizzando pomodori pelati o freschi, diversamente dalla tradizione che vede l’utilizzo del ragù avanzato della domenica.