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5G, la polemica inconsistente del 2020

Nel settore della telefonia mobile cellulare, il termine 5G (acronimo di 5th Generation) denota le tecnologie e gli standard di “quinta generazione”, cioè con prestazioni e velocità superiori a quelli della precedente tecnologia 4G/IMT-Advanced.

La Next Generation Mobile Networks Alliance pianificava la presentazione del 5G entro il 2020, confermando che, oltre a fornire velocità più elevate, le reti 5G possano soddisfare le esigenze del progresso tecnologico, nonché delle necessità più imminenti, si pensi alle comunicazioni in caso di emergenza.

Negli ultimi giorni sono però scoppiate in tutta Europa proteste e polemiche legate alla nuova rete 5G ed alle possibili ripercussioni che quest’ultima potrebbe arrecare alla salute umana. Gli studi epidemiologici e sperimentali condotti finora non hanno evidenziato associazioni significative tra l’esposizione a campi magnetici e un’aumentata insorgenza di cancro in bambini e adulti, così come non hanno mostrato alcuna capacità delle onde radio e delle microonde, utilizzate per il 5G di danneggiare il DNA delle cellule.

Nonostante le notizie siano state ufficialmente smentite, la recente situazione ha portato nuovamente a galla uno dei problemi più vecchi di sempre, ovvero quello delle radiazioni emesse dagli Smartphone.

“Al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse. Un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo sarà dovuta alla rapida variazione temporale dei segnali. Una valutazione adeguata dell’impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio”, afferma l’Istituto superiore di sanità, con specifico riferimento al 5G. Nonostante ciò l’introduzione di questa tecnologia viene ancora osteggiata con campagne e iniziative da chi sostiene che le onde radio siano nocive per la salute.

È confermato che le onde elettromagnetiche emesse dagli Smartphone siano di tipo non-ionizzanti, non potendo quindi causare problematiche come tumori e mutazioni del DNA, purtroppo di recente sono apparsi nuovi problemi, in particolare riguardo le radiazioni emesse da Smartphone con valori SAR elevati, che risultano essere ugualmente dannosi per la nostra salute, per i tessuti muscolari con cui sono in stretto contatto.

5G e Radiazioni Smartphone: ecco gli Smartphone da evitare

Di seguito una lista di smartphone con valori SAR elevati, quindi pericolosi, a prescindere dalla tecnologia di trasmissione dati utilizzata:

  • Sony Xperia X Compact – 1,08 Watt per kg
  • Honor 5C – 1,14 Watt per kg
  • Sony Xperia XZ Premium – 1,21 Watt per kg
  • Apple iPhone 7 Plus – 1,24 Watt per kg
  • Honor 9 1,26 Watt per kg
  • BlackBerry DTEK60 – 1,28 Watt per kg
  • ZTE Axon 7 Mini – 1,29 Watt per kg
  • Xiaomi Redmi Note 5 – 1,29 Watt per kg
  • Apple iPhone 8 – 1,32 Watt per kg
  • OnePlus 6 – 1,33 Watt per kg
  • Google Pixel 3 – 1,33 Watt per kg
  • HTC Desire 12/12+ – 1,34 Watt per kg
  • Sony Xperia XZ1 Compact – 1,36 Watt per kg
  • Huawei P9 Lite – 1,38 Watt per kg
  • Apple iPhone 7 – 1,38 Watt per kg
  • Xiaomi Mi9 – 1,389 Watt per kg
  • OnePlus 5 – 1,39 Watt per kg
  • Google Pixel 3 XL – 1,39 Watt per kg
  • Huawei Nova Plus – 1,41 Watt per kg
  • Huawei P9 – 1,43 Watt per kg
  • Huawei GX8 – 1,44 Watt per kg
  • Xiaomi Mi Mix 3 – 1,45 Watt per kg
  • Motorola Moto Z2 Play – 1,455 Watt per kg
  • Huawei P9 Plus – 1,48 Watt per kg
  • Honor 8 – 1,5 Watt per kg
  • HTC U12 Life – 1,48 Watt per kg
  • OnePlus 6T – 1,55 Watt per kg
  • Xiaomi Mi Max 3 – 1,58 Watt per kg
  • Huawei Mate 9 – 1,64 Watt per kg
  • OnePlus 5T – 1,68 Watt per kg
  • Xiaomi Mi A1 – 1,75 Watt per kg
Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II