Confindustria tira in ballo l’Unione Europea. Il rischio di depressione economica è dietro l’angolo e l’Europa non può far finta di nulla.
Confindustria, la mano pesante contro l’Ue: noi colpiti al cuore
Arriva dal Centro studi di Confindustria il grido d’allarme. Certo, non il primo. Il ministro dell’Economia, Gualtieri, certamente non ha perso occasione negli scorsi giorni per ribadire pochi piccoli concetti. L’economia italiana è stata colpita al cuore e l’emergenza Covid-19 potrebbe ridurre in ginocchio il sistema economico.
“Sarà enorme la perdita di Pil nella prima metà del 2020”. E’ la stima del centro studi di Confindustria. “Una caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa. Il Covid-19 affossa il Pil poi ci dovrebbe essere una risalita lenta”. In effetti, si ipotizza una curva in risalita con un superamento della fase acuta a fine maggio. Detto questo però le stime, abbastanza ottimistiche, non rendono il quadro meno tragico. Il -10% è una mazzata che nessuno poteva prevedere e che per superare occorrerà ricorrere ad un forte deficit.
E’ qui che entra in ballo l’Unione Europea più che mai divisa sull’argomento. I Paesi ricchi, capitanati da Olanda e Germania, sono allo scontro con Italia e Francia, più la Spagna in seconda battuta. I congressi telematici tra i leader, ad oggi, non hanno prodotto i risultati sperati.
Arriva l’accordo sull’anticipo Cig nel Cura Italia
E’ stato svelato già che l’anticipo Cig (la cassa integrazione) sarà presente nel prossimo decreto. Il Cura Italia stavolta avrà un’aggiunta sostanziale, oltre alla chiusura, dal punto di vista economico. Ai lavoratori, il ministro dello sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, intervistato da Radio24, ha confermato l’anticipo ed aggiunto: “Ciò che conta è il tempo. Non potevamo attendere mesi per pagare la cassa integrazione. C’è stato un ottimo lavoro della ministra Catalfo con l’Abi e le parti sociali”.
Insomma, dei correttivi oltre agli incentivi per le famiglie in difficoltà. Il governo prepara il piano d’emergenza aspettando l’Europa, che, stavolta, non può girarsi dall’altra parte.
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