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Mattarella: “l’antisemitismo non è scomparso”

“A Mondovì scritta ignobile, l’antisemitismo non è scomparso”. Sono le parole del Capo di Stato Sergio Mattarella durante la celebrazione del giorno della Memoria al Quirinale.

Le parole di Mattarella sono riferite alla scritta “Juden hier” trovata sulla porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, figlio di una donna sopravvissuta ai campi di sterminio, Lidia Beccaria Rolfi.

Mattarella ha ricordato come “le leggi razziali, in Germania, come in Italia, negavano agli ebrei l’istruzione, l’affettività, il lavoro, la proprietà, la casa, la cittadinanza e i diritti. Negare l’umanità per poi sopprimere. E tutto questo avveniva nell’indifferenza di tanti. L’indifferenza: anticamera delle barbarie. Un’indifferenza diffusa. Anche in Italia”.

E ancora rammenta come “In Italia, sotto i regime fascista, la persecuzione dei cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose. Fu feroce e spietata. E la metà degli ebrei italiani, deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti, senza il diretto intervento o la specifica richiesta da parte dei soldati tedeschi”.

“Rivolgo un pensiero riconoscente alla memoria di tutti i militari italiani deportati nei lager nazisti, per il loro netto e coraggioso rifiuto di servire, dopo l’8 settembre, gli aguzzini di Hitler”, comunica Mattarella. Ed è dovuto “ricordare e celebrare tanto eroi, i giusti delle Nazioni, che, a rischio della vita, hanno salvato decine e decine di ebrei in pericolo, i loro gesti, coraggiosi e temerari, sono come piccole fiaccole di luce e di speranza che hanno rischiato una notta di tenebre”.

Il Capo dello Stato inoltre esprime la necessità di ribadire con forza “una volta per tutte l’impegno contro il razzismo, l’odio, la guerra e la sopraffazione. Contro l’antisemitismo, di vecchio e nuovo conio, che talvolta si traveste da antisionismo, negando il diritto all’esistenza dello stato di Israele. Per fare davvero i conti con la Shoah non dobbiamo rivolgere lo sguardo soltanto al passato. Perché il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano”.