Sabato 18 gennaio, ultima giornata di scioperi in Francia, giungono immagini catastrofiche quanto scandalose, raffigurano strattoni, spinte, manganellate, un agente che picchia un manifestante con il volto insanguinato a terra, un poliziotto che colpisce una vecchia signora, pestaggi vari. Spuntano fuori dai video postati sui social, che in poche ore hanno raccolto milioni di visualizzazioni aizzando il web.
I violenti comportamenti degli uomini in divisa hanno fatto sì che il premier Eduard Philippe approvasse l’emissione di sanzioni nei confronti di chi commette abusi sui manifestanti. Sarebbero, ad oggi, oltre 800 le segnalazioni giunte al ministro dell’Interno.
Il fenomeno più scandaloso è quello che vede una sorta di insabbiamento legale di suddette denunce, sono solo due agenti ad essere finiti dinanzi al giudice dall’inizio delle manifestazioni, mentre le altre denunce sono state perse nei meandri della burocrazia.
Quest’ultimo sabato c’è stato il cosiddetto “atto 62” delle proteste dei gilet gialli, migliaia di manifestanti si sono ritrovati in piazza per opporsi alla riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron.
Non sono mancati gli scontri con la polizia, la quale ha fatto largamente uso di gas lacrimogeni. Trentadue persone sono state fermate prima della conclusione della manifestazione che era prevista alla gare de Lyon. Tra place de la Republique e la Bastiglia la polizia ha impiegato anche alcune granate assordanti per disperdere la folla.
La rabbia contro il presidente Macron è però esplosa, in maniera concreta, solo venerdì nel raid alle Bouffes du Nord, il teatro dove il presidente e la premiere dame Brigitte si erano recati per assistere alla piece “La mouche”.
Riprende l’attività del Louvre, dopo il faccia a faccia con i manifestanti che lo avevano bloccato e la furia dei turisti.