Ischia, isola del Golfo di Napoli, particolarmente apprezzata dai viaggiatori che ogni anno giungono da varie parti del mondo, nel tempo ha attirato l’attenzione di letterati e poeti, che ne hanno cantato gli aspetti e le bellezze. Tra i vari poeti che nel corso del tempo hanno scelto di parlarne, Giovanni Verga, tra i narratori italiani più famosi della seconda metà dell’800.
Giovanni Verga scrisse di Ischia, elaborando in modo tempestivo un testo, che fa parte del secondo volume della raccolta intitolata “Tutte le novelle”. Il riferimento è al tragico terremoto che colpì Casamicciola Terme nel 1883; il poeta descrive, quei terribili secondi, con di un testo diretto e soprattutto molto particolareggiato. Verga, afferma con le sue struggenti parole di rivedere l’isoletta in tutta il suo splendore, sfilata davanti agli occhi, facendosi spazio tra gli alberi del battello a vapore, durante una sera di autunno. Lo scritto di cui si fa menzione, apparve sul Don Chisciotte del 13 aprile del 1883, un’edizione straordinaria, pubblicata far fronte ai bisogni di Ischia, funestata quello stesso anno, da un terremoto.
Nei riferimenti a Casamicciola, ora comune turistico dell’isola d’Ischia, Verga cita tutti quei malati che in passato vi si recavano alla ricerca di salute, inseguendo la propria speranza. Descrive un’aria offuscata, nella quale le casette bianche, spartiscono dietro ai vetri scintillanti. Questa è una parte importante della descrizione del poeta, poiché, per converso, essa rimanda alla cultura popolare e alle credenze che hanno sempre associato (e continuano a farlo) determinati fenomeni atmosferici, quali ad esempio le sfumature rosse del cielo, o le temperature fuori stagione, ad eventi catastrofici. Casamicciola, anteriormente al terremoto che si verificó nel tardo ottocento, era sede di Terme e stabilimenti termali tra i più celebri di Italia. Una zona di vacanza, un centro di raffinata mondanità.
Ricordiamo che Giovanni Verga è considerato uno dei maestri dell’impressionismo letterario, e infatti con attenta oggettività e forte enfasi, racconta un evento catastrofico, un sisma, che inesorabilmente sconvolse la quotidianità di Casamicciola, pur sottolineandone le bellezze paesaggistiche. La caratterizzazione che Verga dà al testo, si collega alla corrente letteraria di cui il poeta, insieme a Luigi Capuana, apparteneva; si tratta del cosiddetto “Verismo”, ispirato al Naturalismo, un movimento letterario diffuso in Francia dal 1830 fino al XIX secolo. Secondo tale movimento, gli scrittori devono fotografare oggettivamente ogni aspetto della realtà sociale e umana, analizzando gli aspetti della vita politica, culturale ed economica, e raccontandone anche gli aspetti più crudi. Tutto ciò si collega alla novella nella quale Verga racconta di Casamicciola, con inesorabile verità, con uno spirito veritiero, e intrecciando i diversi aspetti, morfologici, culturali, sociali, culturali, della località; l’autore racconta con un linguaggio semplice, ciò che è stato.
Oramai è trascorso del tempo da quel terribile sisma, che fermò la quotidianità di Casamicciola, col trascorrere degli anni, tanti altri poeti hanno parlato di Ischia, ma le parole di Giovanni Verga, sembrano ancora oggi risuonare nella mente, a tanti anni di distanza.