Nel 1947 Lucia Bosè viene eletta Miss Italia.
È solo una ragazzina milanese come tante altre, sedicenne, solare, seppur la guerra le avesse portato via tutto, serbando una speranza, ossia quella di un destino diverso da quello a cui le umili origini sembravano averla destinata.
A 14 anni la giovanissima Lucia si aggira tra la folla di Piazzale Loreto a Milano. Tutti inveiscono contro i cadaveri appesi a testa in giù di Benito Mussolini e Claretta Petacci, spettacolo disgustoso che resterà fortemente impresso nel suo animo, tanto da serbarne un ricordo doloroso nell’arco della sua vita vissuta come un romanzo.
Romanzo nato poi come biografia, intitolata “Lucia Bosè. Una biografia” di Roberto Liberatori, Edizioni Sabinae.
La Bosè nasce da una famiglia di operai nel 1931, con una buona dose di pazienza e un atteggiamento di eterno apprendistato verso la vita, riesce a trasformarsi in una delle donne più ammirate del ‘900.
Sarà ambasciatrice dell’idea di bellezza italiana nel mondo, assieme ad altre star della sua generazione i cui nomi risultano essere impresso indelebilmente nella memoria di tutti, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Sophia Loren. È amica di Luchino Visconti che la ospita nella sua villa romana, lavora con Antonioni, Soldati e De Santis, ebbe una relazione con Walter Chiari ma trova il grande amore nel torero spagnolo Dominguin.
La Bosè ha una forte attrattiva sul pubblico che affolla le sale cinematografiche degli anni Cinquanta, ma lei sceglie di dedicarsi al ruolo di moglie e madre a tempo pieno, legandosi in in matrimonio con l’amato torero.
Il suo amore però non basta, il matrimonio della Bosè è destinato a riempire le pagine di cronaca rosa fino all’epilogo indesiderato, i continui tradimenti del marito spingeranno Lucia a chiedere la separazione nel 1967, in una Spagna in cui solo un uomo poteva ripudiare una donna e non viceversa.
Combattiva e avanguardista, non si perde d’animo e ottiene da Dominguin il divorzio e l’affidamento dei figli, tornando a fare l’attrice per mantenerli.
“Non mi piace guardarmi alle spalle. Ho vissuto momenti deliziosi e ho anche sofferto molto, però entrambe, allegria e tristezza le prendo per buone. In fondo le risa e il pianto di quei giorni hanno formato la persona che sono oggi”, afferma.