Una vera e propria guerriglia urbana si è scatenata ieri, 17 ottobre, nella città di Culiacán, nello stato di Sinaloa, a nord del Messico. A scatenare la rivolta, il potente cartello locale della droga che ha scaricato proiettili sulla polizia per ben tre ore, alla notizia della cattura di uno dei figli de El Chapo, al secolo Joaquín Guzmán Loera, sanguinario leader dell’impero della droga che dal Messico invade gli Stati Uniti.
Dal 2017 El Chapo si trova in carcere negli Usa, condannato all’ergastolo, e suo figlio Ovidio Guzmán López, 28 anni, ha ereditato le attività illegali del genitore diventando uno dei capi del cartello. Non è ancora chiaro se l’uomo, conosciuto insieme ai suoi fratelli Iván Archivaldo Guzmán e Jesús Alfredo Guzmán come uno dei “los Chapitos”, fosse stato arrestato o no dalle forze dell’ordine, fatto sta che queste ultime hanno dovuto soccombere in questa battaglia svoltasi nel pieno centro della città, tra raffiche di proiettili e pick-up con a bordo mitragliatrici che hanno seminato il terrore tra la popolazione.
I cittadini infatti si sono chiusi in casa per salvarsi. Non è noto il numero ufficiale dei morti, ma in alcuni video diffusi sui social si vedono corpi stesi a terra per le strade. Nel caos infernale ci sarebbe stata anche una grossa evasione dal carcere della città.
In base a quanto dichiarato dal ministro della Sicurezza messicano, Alfonso Durazo, Guzmán López è stato brevemente arrestato ma poi si è deciso di lasciarlo libero per proteggere la popolazione e riportare ordine.