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Napoli, dalle stelle alle stalle e ritorno?

Malumori in casa Napoli, a detta dei rotocalchi, e rendimento che conseguentemente ne risente. Eppure fino alla partita casalinga con il Cagliari, quella azzurra sembrava un’oasi verdissima con la sola parentesi di una seconda giornata di campionato con la Juventus, segnata da un  infausta autorete di Koulibaly al 90′, peraltro caduta dopo una rimonta stupefacente, nel fortino bianconero ” Allianz Stadium”, che aveva riportato gli azzurri al pareggio dopo un parziale di 0 a 3. Il successo di Lecce fu salutato come la conferma dell’eminente gara contro i “reds” di Liverpool e il turn over praticato da maestro Carletto era la giusta esaltazione della campagna acquisti portata a termine dalla società; il 4-1 finale ne era la conferma ineccepibile. Quindi, scelte adeguate, vincenti, sontuose, perfette fino a Napoli-Cagliari. Dopo, cioè da una settimana a questa parte: deficitarie. Proprio così, adesso si dice che la squadra aveva bisogno di tutt’altri calciatori; un grande centrocampista e un bomber vero in primis, con lo spettro di Icardi che ritorna beffardo. Ci si è resi conto, dopo la sconfitta con i sardi che questa rosa ha dei limiti e Lozano, solo per fare qualche esempio, non è più, a detta degli esperti, il colpo più azzeccato della sessione di mercato estivo in serie A, ma un doppione, triplone e quadriplone (come qualche opinionista ama definire il messicano) di Insigne, Mertens e Younes. Quella sola partita persa, in effetti malamente, con gli isolani ha scoperto una sorta di vaso di Pandora con tutti i vizi e i difetti (i pregi non ci sono più) dei pupilli di ADL, manifestatisi implacabilmente, spazzando via tutte le buone sensazioni fino ad allora avvertite. Si è detto che mister Ancelotti ha strigliato duramente la sua squadra dopo la vittoria con il Brescia (meno male che ha vinto, chissà quanto “sangue” in caso contrario), si accusa lo stesso tecnico di snaturare le caratteristiche di molti dei  suoi uomini, soprattutto di Insigne e poi di Fabian Ruiz che non convincono per quelle che sono le loro capacità. Come se non bastasse, ci sono alcuni parapsicologi mega-osservatori che hanno creduto di ravvisare in Hysaj, al momento del suo ingresso in campo, un certo malumore che ne avrebbe pregiudicato la prestazione e tanti altri ragionamenti il cui succo porterebbe a pensare che la stagione, per i partenopei sarebbe bella, che pregiudicata. Ovviamente non è così e a questo punto la partita con il Genk ha un doppio e fondamentale significato: sarebbe una tappa decisiva per il passaggio del turno, dopo la bellissima vittoria contro i campioni d’Europa in carica e porterebbe all’ambiente un nuovo mattone per costruire il muro di serenità necessario, affinchè il Napoli si esprima secondo il suo potenziale.