Registrato un tasso di mortalità superiore alla media nei pressi della centrale a carbone di Vado Ligure, in provincia di Savona, come afferma uno studio condotto dal Cnr di Pisa che ha monitorato per 13 anni la popolazione residente intorno all’impianto, fermo ormai dal 2014.
“Sono emersi forti eccessi di rischio di mortalità prematura e di ricovero ospedaliero per i residenti intorno alla centrale a carbone di Vado Ligure”, afferma Fabrizio Bianchi, coordinatore del gruppo di ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr.
Gli epidemiologi ambientali del Cnr hanno condotto uno studio, il quale è stato pubblicato in questi giorni su Science of the Total Environment tramite il quale è stato valutato l’impatto sanitario della centrale Tirreno Power, alimentata a carbone, in attività dal 1970 al 2014, quando la Procura della Repubblica di Savona diede lo stop agli impianti.
“L’esposizione a biossido di zolfo (SO2) e ossidi di azoto (NOx) è stata stimata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure (Arpal) mediante un modello di dispersione, che ha considerato le emissioni da fonti industriali, portuali e stradali”, afferma ancora Bianchi.
L’area è stata suddivisa in 4 differenti classi di esposizione a inquinanti con livelli di inquinamento di crescente intensità, la relazione tra effetti sulla salute ed esposizione a inquinamento è stata studiata per uomini e donne, analizzando ognuna delle categorie con maggiore concentrazione di inquinanti rapportandola a quella a minore concentrazione, tenendo conto sia dell’età che della condizione socio-economica della popolazione.
“Per il periodo 2001-2013 sono state seguite 144.019 persone, identificate con l’indirizzo di residenza. Nei 12 comuni considerati, nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne +49%) per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%). L’analisi dei ricoveri in ospedale ha fornito risultati coerenti con quelli della mortalità. Anche considerando le diverse fonti inquinanti cui sono stati esposti i cittadini, ci sono stati forti eccessi di rischio di mortalità prematura e di ricovero ospedaliero per i residenti intorno alla centrale a carbone di Vado Ligure. L’esposizione alle emissioni è risultata associata in particolare a malattie dei sistemi cardiovascolare e respiratorio, per i quali d’altra parte la dimostrazione scientifica di un legame con l’inquinamento atmosferico è più convincente”, conclude Bianchi.
“Con il nostro studio speriamo di stimolare decisioni a favore della riduzione dei livelli di esposizione riconosciuti dannosi per l’ambiente e la salute e della realizzazione di studi analitici e di programmi di sorveglianza adeguati. Ma più in generale, lo studio condotto a Vado Ligure può contribuire a fornire ulteriore alimento all’ampio dibattito in corso sulle opzioni di decarbonizzazione e di contrasto ai cambiamenti climatici”, affermano invece i ricercatori.