Uno dei fronti più ostici al mondo, quello tra la Korea del Nord e quella del Sud, miccia accesa nel lontano triennio 1950-1953 nel mondo asiatico post seconda guerra mondiale e in piena “Guerra Fredda”, sembrava essere messa in archivio lo scorso settembre 2019, grazie anche all’intervento e allo scontro diretto tra Kim e gli Usa di Trump.
Stamani, la Korea del Nord di Kim jong-un ha ribadito la rottura dei rapporti diplomatici con Seul, a seguito delle pertinenti attività militari congiunte tra Usa e Seul.
Fulmine a ciel sereno le dichiarazioni di Pyongyang: “Non abbiamo altro di cui parlare con le autorità del Sud e non abbiamo intenzione di sederci ancora a un tavolo”, come riferito al portavoce del Comitato per la Riunificazione delle Koree, definendo “senza senso” il riavvio di un dialogo con Seul e con gli Usa per porre fine alle esercitazioni militari.
Durante la giornata di ieri proprio il presidente sud-koreano Moon Jea-in, in occasione della cerimonia nazionale per commemorare la liberazione dall’occupazione nipponica, aveva ribadito il lungo lavoro per arrivare ai negoziati di pace e l’impegno di portarli a termine, aprendo a nuove possibilità di dialogo con Kim e Pyongyang.
I segnali della irreversibile rottura erano evidenti da circa tre settimane, ovvero da quando i nordkoreani hanno ripreso le attività militari, durante le quali sono stati svolti sei lanci missilistici.
Oggi Seul ha infatti dichiarato anche che le attività militari della Korea del Nord. Tre lanci sono stati effettuati dall’area occidentale dell’isola, precipitando nel mar del Giappone dopo aver percorso 230 km, per altitudine di 30 km.
Ciò ha messo in allarme il governo della Korea del Sud, il presidente Moon non ha esitato a convocare una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale.