L’euforia di Piazza Affari, con l’effetto spread, sta contagiando la maggior parte dei titoli. Ferrari e Poste sono molto proficue in questi primi sei mesi del 2019.
Poste ha toccato i nuovi massimi assoluti in Borsa a 9,672 euro con un balzo giornaliero del 2%, il titolo sta tentando di distruggere la resistenza statica, rottura con volumi in chiusura garantirebbe il proseguo al rialzo per il titolo.
Poste è stata, in questi mesi, fuori dal calo che ha caratterizzato i titoli bancari del Ftse Mib, confermandosi nuovamente come unicum nel panorama globale dei servizi postali.
L’azienda, il cui unico operatore simile per modello di business è Japan Post, sfrutta un modello che vede l’integrazione di 4 realtà con caratteristiche, driver di crescita e rischi associati ben distinti: Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione, Servizi Finanziari, Prodotti Assicurativi e Pagamenti Mobile e Digitale (PMD).
Ferrari, invece, da inizio anno è seconda solo ad Azimut. Partita la seconda trance del programma di acquisto di azioni proprie da 200 milioni di euro, di cui 150 milioni risultano essere eseguibili sul mercato italiano e fino a 50 milioni sul NYSE.
Il piano industriale di Ferrari punta a un target di Ebitda 2022 a quota due miliardi di euro.
Un 2019 quello di Ferrari migliore di quanto indicato dai target societari, considerando anche l’effetto del lancio dei primi modelli Icona.
I target per il 2019 vedono ricavi per oltre 3,5 miliardi di euro, ebitda adjusted di 1,20-1,25 miliardi di euro, il 10% circa in più rispetto al 2018. Uutile per azione adjusted di 3,50-3,70 euro, 6% in più rispetto al 2018. Anche il Free cash flow industriale, di circa 0,45 miliardi, è in crescita di oltre il 10% rispetto al 2018.