Un drone statunitense è stato abbattuto alle prime ore della giornata odierna dalle forze armate e rivoluzionarie iraniane, i Pasdaran.
Questo episodio è l’ultimo ad aver provocato tensioni che tra i due paesi perpetuano da diversi mesi, culminato nell’attacco ad un cacciatorpediniere nel golfo dell’Oman, episodio risalente alla settimana scorsa e che gli USA hanno ritenuto sin da principio essere stato pianificato e attuato per volere del governo di Teheran.
Mentre l’Iran fece orecchio da mercante per il suddetto episodio, per quanto riguarda il drone neutralizzato il generale Hossein Salami ha ammesso le responsabilità della propria milizia che si è impegnata a tirar giù l’RQ-4 Global Hawk utilizzando un missile terra aria.
Ciononostante il generale ha affermato che il velivolo senza pilota stava volando sopra cieli iraniani senza alcuna autorizzazione, dall’altra parte gli statunitensi dichiarano che il drone stagliava in uno spazio aereo internazionale e, pertanto, l’azione iraniana è, per loro, da condannare.
Dietro quest’ultimo episodio d’agitazione tra USA e Iran c’è la preoccupazione da parte di Trump e collaboratori che il governo di Hassan Rouhani abbia promosso il processo di arricchimento dell’Uranio al punto da poter rappresentare una seria minaccia per la pace mondiale.
La risposta di Teheran al nervosismo di Washington avviene per bocca di Salami che in un’intervista alla BBC ammette lo scatto nel procacciamento di Uranio arricchito, ma contemporaneamente rassicura che << l’Iran non vuole rappresentare una minaccia per i paesi limitrofi né per nessun altro Stato>>, tuttavia , il generale alzando i toni della conversazione si fa garante della difesa della sua patria e dei suoi connazionali affermando che << seppur paese pacifico come tutti stiamo preparandoci ad un eventuale conflitto futuro e non vogliamo farci trovare impreparati>>, così conclude Salami con un perentorio << quello che è stato costruito in questi anni dice che siamo pronti alla guerra moderna, qualora ce ne fosse necessità >>.