Da ieri sera, a Madrid festeggiano i socialisti: le ultime elezioni politiche spagnole decretano la loro vittoria, lo Psoe di Pedro Sanchez ha nettamente superato gli avversari imponendosi con 123 seggi sul Partito popolare, che ne prende solo 66, e sui Ciudadanos, che raggiungono appena i 57.
Quarta forza del parlamento è Podemos (Up) con 42 seggi, ed infine l’estrema destra di Vox, new entry nel Parlamento nazionale, con 24 seggi.
Un’alleanza Psoe+Up raggiungerebbe i 165 seggi mentre una coalizione delle destre unite, ovvero Pp+C’s+Vox, sarebbe ancora più lontana dalla maggioranza, fermandosi a 147.
Il futuro scenario politico della Spagna, quindi, è quanto mai incerto, con le sinistre (socialisti più Podemos) che, pur vincendo nettamente, non raggiungono i 176 seggi necessari per governare, e con l’estrema destra di Vox che per la prima volta entra in Parlamento, senza però ottenere quel numero di consensi che si era immaginato. Decisivi potrebbero essere gli indipendentisti catalani, in particolare quelli di Erc che avevano fatto cadere l’esecutivo Sanchez negandogli il sostegno alla legge di bilancio.
“Il partito socialista ha vinto le elezioni generali in Spagna e con queste ha vinto il futuro. E ha perso il passato”, ha dichiarato Sanchez, dopo la vittoria. “Abbiamo mandato un messaggio all’Europa e al resto del mondo. Si può vincere l’autoritarismo e l’involuzione. Formeremo un governo pro europeo”.
Podemos ha subito aperto a un governo di coalizione con lo Psoe, chiedendo tempo per formare una maggioranza stabile. Intanto l’estrema destra Vox, per la prima volta in Parlamento, celebra il clamoroso risultato: “Possiamo dire a tutta la Spagna che Vox è qui per rimanerci” ha detto il leader Santiago Abascal. Nel nuovo Parlamento si sentirà parlare “con fermezza e determinazione di unità della nazione e di libertà e uguaglianza di tutti gli spagnoli”, ha commentato la presidente Rocìo Monasterio, che ha parlato di “elezioni storiche”.