venerdì 03 Gennaio, 2025
10.3 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

Ue, ok alla riforma del copyright. Ma l’Italia dice no

Approvata la riforma sul diritto d’autore europeo ma con il voto contrario dall’Italia assieme a Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Astenuti Slovenia, Estonia e Belgio. Con un protocollo la Germania invita la Commissione ad evitare filtri all’upload e censura.

“Abbiamo un testo bilanciato che fissa un precedente da seguire per il resto del mondo, mettendo cittadini e creatori al centro della riforma e introducendo regole chiare per le piattaforme online”, ha detto il presidente dell’associazione dei produttori di musica indipendente europea (Impala), Helen Smith, che aggiunge: “La Ue ha dimostrato di essere un leader nel sostenere un internet equo, aperto e sostenibile”.

Le nuove norme europee, che salvaguardano la libertà di espressione, legittimano creatori ed editori di notizie a proteggere le loro opere nei confronti dei colossi del web, concordando con essi un giusto compenso. “Sono molto contento che abbiamo ottenuto un testo bilanciato, creando molte opportunità per il settore creativo europeo, che rifletterà meglio la nostra diversità culturale”, dichiara Valer Daniel Breaz, ministro rumeno della cultura e presidente in carica del Consiglio Ue.

Via libera definitivo quindi alle nuove regole approvate alla fine di marzo, con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astenuti.

Tra le novità, spicca la possibilità per gli editori di stampa di richiedere compensi alle piattaforme per l’utilizzo dei loro contenuti. Gli introiti dovranno essere condivisi con i giornalisti. Si mirerà a colmare il divario tra i ricavi delle grandi piattaforme commerciali che diffondono contenuti protetti da copyright e la remunerazione offerta a musicisti, artisti o detentori dei diritti. La responsabilità dell’upload di materiale protetto da copyright non autorizzato non ricadrà più sugli utenti ma sulle grandi piattaforme come YouTube o Facebook.

Obbligatoria, inoltre una velocizzazione dei meccanismi di reclamo, che saranno gestiti da persone e non da algoritmi. “La riforma era il pezzo mancante del completamento del mercato unico digitale”, ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker.