Dopo il grande successo di RENZUSCONI, arriva per la prima volta con un’unica data in Brescia e provincia, SALVIMAIO, il nuovo spettacolo di e con Andrea Scanzi.
Cos’è questa “Terza Repubblica” di cui tanto si parla dopo il 4 marzo?
Esiste o è solo propaganda?
Di Maio e Salvini sono destinati a stare insieme? Che fine ha fatto la sinistra?
Sono alcune delle domande che Andrea Scanzi, col consueto stile ironico e corrosivo, si pone in questo nuovo Salvimaio, la cui tesi è chiara: il populismo che caratterizza la (reale?) Terza Repubblica è una sorta di reazione al fastidio, al dolore, alla disillusione provocati dai professionisti della politica.
Dal gattopardismo 2.0 di Renzusconi al cambiamento (autentico?) di Salvimaio, lo scenario politico italiano è del tutto inedito.
Le due parti sembrano per ora tollerarsi serenamente, di fronte a un’opposizione che non si oppone, un’informazione spesso rancorosa, e gli intellettuali che con Renzi stavano zitti e ora giocano ai ribelli.
Con l’ausilio di musiche e video, Scanzi racconta tutto questo con ironia e partecipazione, senza smettere mai di inseguire uno scatto in avanti.
Il libro omonimo SALVAMAIO (della collana di libri Paper First) sarà disponibile per gli spettatori in ogni data del tour. A fine spettacolo l’autore effettuerà il firmacopie.
Dall’inciucio al populismo
Terza Repubblica o dilettanti allo sbaraglio?
SALVIMAIO è uno spettacolo che cerca di decriptare una situazione politica complicatissima dove non si sa minimamente chi siano le persone di cui fidarsi e chi siano le persone che ci deludono profondamente . SALVIMAIO è un concentrato di 100 minuti di ironia, perché si ride, ci si arrabbia (per non usare altre parole più forti), ma alla fine la sensazione dominante che pervade lo spettatore, ma pure il sottoscritto, è quella dello smarrimento. SALVIMAIO secondo me è lo spettacolo che amplifica e racconta appieno questo senso di incapacità di “appartenere” che caratterizza l’italiano di oggi. Non sappiamo più chi sia la persona meritevole della nostra fiducia e della nostra stima. Siamo persone che nella maggioranza dei casi dicono IO e non dicono NOI, non perché siamo narcisi, o almeno non solo, ma perché non riusciamo a sognare insieme al sogno degli altri. Credo che la cifra dello spettacolo sia proprio questa : le persone vengono a sentirmi col disperato bisogno di avere qualcuno che gli spiega quello che sta succedendo, ma ancora di più hanno voglia di venire per sentirsi meno soli. E se quando finisce lo spettacolo si sentono appena un po’ meno soli, è una bella vittoria per quello che sta sul palco, cioè il sottoscritto . (ANDREA SCANZI)
Note d’autore
Nato ad Arezzo il 6 maggio 1974. Si è laureato in Lettere, Università degli Studi di Siena con sede ad Arezzo, con una tesi sui cantautori della prima generazione: anno 2000, il titolo era “Amici fragili”. Fa il giornalista dal 1997. Ha cominciato nel Mucchio Selvaggio, dopo alcuni articoli nella fanzine universitaria Zonedombra curata dall’amico Gianluca Dejan Gori. Negli anni ha scritto per Il Manifesto, Il Riformista, L’Espresso, Rigore, MicroMega, Hard Gras (pubblicazione olandese), Linea Bianca, Tennis Magazine, Grazia, Donna Moderna, etc.
Dal 2005 al 2011 ha firmato su La Stampa. si occupava principalmente di cultura e spettacoli, ma tra il 2009 e il 2011 ha fatto anche l’inviato per il motomondiale. Da settembre 2011 è definitivamente passato al Fatto Quotidiano, che a dire il vero lo aveva cercato anche prima della sua nascita, per l’esattezza nell’aprile del 2009: inizialmente rifiutò e non se lo perdonò mai.
Si occupa di quasi tutto, e pare sia un difetto: cultura e spettacoli, sport, politica, costume, sociale, enogastronomia e (ove possibile) sadomaso. E’, tra le altre cose, sommelier degustatore ufficiale (AIS) e assaggiatore di formaggi (ONAF). E’ anche vegetariano, quasi vegano. Fa parte della giuria del Premio Tenco e Premio Bertoli. E’ direttore artistico del Premio Pigro dedicato a Ivan Graziani.
Il suo primo libro, edito da Limina (di cui è stato anche editor tra il 2001 e il 2003), è stata l’ipervenduta autobiografia di Roberto Baggio “Una porta nel cielo/Il sogno dopo”: ne curò i testi con Enrico Mattesini. Poi ne sono arrivati altri. Due di questi, “Elogio dell’invecchiamento” e “Non è tempo per noi”, sono stati più volte ristampati e per questo figurano rispettivamente negli Oscar Mondadori e nella collana BUR Bestsellers Rizzoli. E’ stato tra i primi in Italia a credere nella letteratura sportiva, a raccontare il percorso politico di Beppe Grillo e a fotografare il renzismo.
Dal 2011 gira l’Italia portando i suoi spettacoli teatrali, prima su Giorgio Gaber e poi su Fabrizio De André. Una sua foto al Signor G, scattata con una reflex Pentax MX nel settembre 1991 all’Anfiteatro di Fiesole, è divenuta uno degli scatti più celebri di Gaber, usato per copertine di dischi e libri.
Spesso lo vedete in tivù. Tra i primi a portarsi sul piccolo schermo, Umberto Nigri (Victory, La7, 2009), Geppi Cucciari (G-Day) e Antonello Piroso (Ma anche no). In alcune occasioni ha recitato (va be’) per Maccio Capatonda. Ha due labrador nere, protagoniste del libro “I cani lo sanno” (Feltrinelli). Ha anche un ego che fa provincia, ma questo si sa.
Una delle frasi a cui è più legato è di Edmondo Berselli, suo amico e maestro. L’ha scritta nel libro “Liù” (2009): “A proposito di allievi, avevo nominato mio discepolo, almeno a titolo morale, anche Andrea Scanzi, il boy di Arezzo, autore fra altre robette gaberiane e beppegrilliste di un eccitante e spiritoso Elogio dell’invecchiamento, dedicato alla cultura del vino, ma ormai è troppo cresciuto e affermato, e quindi allievo un corno, al massimo lo elegg compagno di merende”.
Il 23 aprile, per Rizzoli, è uscito il suo primo romanzo, “La vita è un ballo fuori tempo”, giunto rapidamente alla sesta edizione.
Il 13 settembre è stato il “padrino” della maratona di Alba dedicata a Beppe Fenoglio, davanti a sua figlia Margherita e alla sua città, ed è stato come chiudere un altro piccolo grande cerchio. Nella stagione 2014/15, oltre a continuare la sua attività di osservatore politico (principalmente a Otto e mezzo su La7), è stato uno degli ospiti fissi del Processo del Lunedì su RaiTre. Sempre lunedì firma Ten Talking Points sul sito del Fatto, rubrica satirica sulla serie A. Ancora sul sito del Fatto, ogni martedì esce sul cartaceo la sua rubrica Identikit e poi, alle ore 18, cura la rubrica Fuoricampo (all’interno dello speciale online Insider). Da settembre ad aprile 2015/16, ogni mercoledì mattina dalle 7.50 alle 8, ha commentato i fatti del giorno su Radio Capital.
Il 12 settembre ha debuttato a Modena il suo sesto spettacolo teatrale, Eroi – Dieci storie emblematiche di sport.
Da ottobre 2016 ha preso la direzione artistica dell’Arezzo Passioni Festival.
Il 30 novembre 2017 è uscito il saggio Renzusconi, per Paper First, con prefazione di Marco Travaglio.
Nel 2018 ha condotto per Nove The Match e, con Luca Sommi, conduce Accordi e disaccordi.
Nel 2018 sono usciti Con i piedi ben piantati sulle nuvole (Rizzoli) e Salvimaio (Paper First, libro e spettacolo)
Informazioni e biglietti
Posto unico in poltrona non numerata: 25 euro
Prevendite on line su
www.eventimacrame.it – www.vivaticket.it
Punti vendita:
Caffè Letterario Eden – piazza Garibaldi – ISEO
Lalibreria Battioni – via Duomo – ISEO
Edicola cartoleria LILLI – via Sebino – PROVAGLIO D’ISEO
Ricevitoria/Tabaccheria Non solo fumo – via De Gasperi – PROVAGLIO D’ISEO
Libreria Tarantola (Vivaticket) – via F.lli Porcellaga – BRESCIA Pierre2000 – via Da Vinci – REZZATO
Bar Sport – via Seradina – CORTE FRANCA
ANCHE PRESSO IL TEATRO GIARDINO DI BRENO
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