Sita dove Napoli è ancora ispanica e borbonica, la chiesa di Santa Luciella, è ubicata tra la via dei presepi, San Gregorio Armeno e la Spaccanapoli di via San Biagio dei Librai, dove ebbe i natali Giambattista Vico.
Dopo circa 35 anni dall’ultima volta in cui riprese la luce del giorno, in una città traumatizzata dal terremoto, dal prossimo mese, uno dei luoghi più suggestivi dell’ esoterismo e della spiritualità del Mezzogiorno campano riprenderà ad essere meta per i visitatori e i credenti.
A partire dal prossimo 5 aprile, grazie al lungo lavoro dell’associazione “Respiriamo Arte” insieme all’aiuto elargito dall’ente del Pio Monte della Misericordia, sarà possibile per il pubblico accedere nello stabile.
Costruita in età angioina, da Bartolomeo di Capua, giureconsulto del re Carlo II d’Angiò detto lo Zoppo e già committente delle arcate della basilica di San Lorenzo Maggiore, nell’età barocca si arricchisce di nuovi elementi architettonici fino alla definitiva assunzione della chiesa all’arciconfraternita dell’Immacolata concezione e dei SS. Gioacchino e Carlo Borromeo nel Settecento che la restaurò totalmente.
Dopo circa 6 anni, partendo dal 2013,sono stati ultimati gli ultimi lavori di messa in sicurezza e restauro, guidato dai giovani volontari della Respiriamo Arte sarà possibile nuovamente ammirare uno degli emblemi del folklore e della religiosità popolare della Napoli che fu.
Dopo la riapertura della Chiesa di Santa Maria ad Arco avvenuta l’anno scorso, un’altra bellissima storia andata a buon fine per uno dei patrimoni artistici e architettonici più a rischio del centro storico di Napoli e della sua anima.