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La Sibilla Cumana, tra mistero e realtà

“Così la neve al sol si disigilla;

così al vento ne le foglie levi

si perdea la sentenza di Sibilla”.

Così Dante la cita nella Divina Commedia, più precisamente all’interno del Paradiso, al Canto XXXIII. Anche Virgilio ne parla ampiamente all’interno dell’Eneide, ripresa poi anche da Ovidio, nelle sue Metamorfosi, la Sibilla è una figura mitologica, ancora completamente avvolta tra il mistero e la realtà.

La sua identità è ancora oggi un mistero, diversamente dal suo antro, ossia quella che, stando alla leggenda, fu la sua casa, è più che nota.

L’antro della Sibilla cumana, che si trova all’interno del Parco Archeologico di Cuma, è tappa fissa per i turisti, che ogni giorno vi si addentrano a migliaia provenienti da tutto il mondo.

Il Parco è facilmente raggiungibile dalla città di Napoli, trovandosi tra il comune di Pozzuoli e Bacoli, sito dell’antica città di Cuma.

Cuma fu un’antica colonia greco-romana posta proprio nel cuore dei Campi Flegrei, zona nota per la sua fortemente ricorrente attività vulcanica.

L’antro della Sibilla è ancora oggi un luogo avvolto dal mistero, avvolto da un alone di magia, che lo rende metà attrattiva.

Esso è costituito da un lungo tunnel artificiale, il quale risalirebbe all’età greco-romana, di cui però non si conosce ancora la precisa data di edificazione.

Questo percorso sotterraneo sarebbe stato il sito di una delle Sibille più famose della storia antica, al centro di intrighi e battaglie per oltre dieci secoli.

Il lungo cunicolo è di forma trapezoidale ed è scavato all’interno della pietra. Attraversandola si giunge ad una sala, cuore pulsante del santuario, dove si pensa che la Sibilla fosse solita elargire le sue profezie.


La Sibilla Cumana

La leggenda della Sibilla di Cuma afferma che essa sia vissuta per oltre mille anni.

Il dio Apollo, innamorato della Sibilla,  le fece dono della vita eterna, ma ella si dimenticò di chiedere in dono anche l’eterna giovinezza.

Così la Sibilla visse per oltre 1000 anni, concentrando la sua vita tra i cunicoli di Cuma, mentre il suo corpo, invecchiando sempre di più, giunse al disfacimento totale.

Divenuta inconsistente fisicamente, la Sibilla fu rinchiusa in un’ampolla, esposta poi all’interno del tempio di Apollo, ma vi erano conservate le sue polveri, il suo spirito e la sua voce continuarono ancora a vivere.

La sua vita fu quindi una maledizione, la Sibilla di Cuma fu costretta ad elargire profezie per l’eternità a tutti coloro che si recassero l’interno della sua memoria.

Storicamente, le Sibille esistettero realmente, essendo sacerdotesse devote al dio Apollo.

Queste, in un perenne stato di trance, avevano facoltà di predire il futuro.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II