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Caravaggio, Capodimonte progetta il piano B

Fervono i preparativi per l’allestimento della mostra “Caravaggio a Napoli”, a cura di Cristina Terzaghi, in programma dal 12 aprile al 14 luglio al Museo di Capodimonte. Non mancano tuttavia le polemiche: dopo il no del Ministero al trasferimento del dipinto “Sette opere di Misericordia” di Caravaggio, risalente al periodo tra il 1606 e l’inizio del 1607, dalla chiesa del Pio Monte, il direttore del Museo, Sylvain Bellenger, ha sottolineato che la mostra si farà comunque, “spiegando cosa manca – spiega il direttore – come lo faremo sarà una sorpresa, e inviteremo le persone ad andare al Pio Monte per vedere come Napoli celebrò Caravaggio 40 anni dopo la sua morte”.

La questione ha dato origine ad un’accesa diatriba tra il sindaco di Napoli, De Magistris, ed il Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli. In un intervento a Radio Crc, il primo cittadino partenopeo ha dichiarato: “È una vicenda grave. Ho avuto modo già di parlare col Ministro e mi aveva dato assicurazioni che la mostra si sarebbe svolta anche con l’esposizione delle “Sette opere di misericordia” di Caravaggio e lo spostamento dalla Cappella del Pio Monte. Invece hanno prevalso i veti incrociati, i professionisti dell’immobilismo, quelli che godono della cultura solo se la fanno loro. Ma la vera cultura è quella accessibile a tutti. Chiamerò il Ministro per un intervento”.

Immediata la risposta del ministro Bonisoli: “Non sapevo che il sindaco fosse un esperto di arte e di movimentazione delle pale. C’è un parere tecnico, motivato dal direttore generale. La pala ha delle dimensioni importanti, il problema non è tanto il trasporto di due chilometri in linea d’aria ma è proprio muoverla da dove è posizionata”.

“Ciò che invece auspicherei – aggiunge Bonisoli – è che si faccia una mostra in due posti: facciamo venire la mostra dove c’è la pala. Sono sicuro che il sindaco mi aiuterà con delle corse speciali e straordinarie dei mezzi pubblici”.

Il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, si è recato ieri al Pio Monte al fine di valutare quella che potrebbe essere una soluzione alternativa, e cioè rendere l’istituto di via Tribunali una tappa dell’esposizione. Tale escamotage presenta però dei punti oscuri: l’altra sera, il Pio Monte ha comunicato in una nota che l’Ente avrebbe la volontà di apportare modifiche al già progettato percorso della mostra, anche collocando una sezione specifica della rassegna presso la propria sede, ma soltanto con il pieno consenso del Museo di Capodimonte. Invece, come si legge nel comunicato, la citazione ed il virgolettato sono “maliziosamente incompleti”.

Un groviglio legale non di facile soluzione, quindi, il provvedimento del Mibact, se si tiene conto anche della delibera del 1613 dello stesso istituto che proibiva la dislocazione del quadro di Caravaggio. In pratica, la mancata menzione del provvedimento ministeriale starebbe costringendo il Pio Monte a compiere un passo indietro: “Non è ragionevole che si pretenda di imporre al nostro Istituto una vincolante interpretazione della propria stessa volontà”.