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Argentina, negato aborto a bambina stuprata

 

Altro scandalo in Argentina.

In provincia di Tucumàn, una ragazzina di soli undici anni, dopo aver subito molestie sessuali dal compagno della nonna, resta incinta.

La bimba precedentemente era stata affidata alle cure della nonna, poiché il patrigno abusava delle sorelle più grandi. Dalla nonna però la bambina non è riuscita a scampare il paventato pericolo. Abusata e inconsapevolmente gravida, era stata portata lo scorso 29 gennaio all’ospedale Eva Peròn lamentando un semplice mal di pancia, i medici hanno poi scoperto essere una gravidanza. La bambina aveva raccontato che era stata abusata più volte dal compagno della nonna e insieme alla madre, si era appellata all’articolo previsto dalla legge del 1921, che autorizza l’interruzione di gravidanza nei casi di rischio di salute o di gravidanze portate avanti da minorenni abusate.

Una doppia brutalità. Tale provvedimento aveva tutte le condizioni per essere applicato entro le 48 ore dalla denuncia del fatto. Ma come hanno fatto sapere molte organizzazioni femministe, le autorità di Tucumàn hanno prolungato grandemente i tempi utili ai fini di una risoluzione, tanto che la gravidanza della ragazzina era ormai arrivata a 23 settimane. Fuori tempo massimo per l’applicazione del provvedimento, secondo la legge. La situazione ha subìto una svolta solo quando un giudice, ha deciso di intervenire riconoscendo la brutalità delle circostanze, scontrandosi però con un’altra serie di medici obiettori di coscienza.

Il problema però non è stato risolto nel migliore dei modi: l’unico medico disposto ad aiutare Lucia (nome fittizio), si è dichiarato disponibile ad intervenire soltanto effettuando un parto cesareo. In modo da non disattendere la legge.

Altra brutalità, risiede nel fatto che il bambino nato prematuro, pesa appena 600 grammi e al momento i medici non assicurano che possa sopravvivere.

Il risultato è sconcertante: è nato un bambino che pesa appena 600 grammi. Lo hanno messo in una incubatrice, ma ha pochissime possibilità di sopravvivere.

La battaglia per la legalizzazione dell’aborto in Argentina,  condotta dal movimento ” Ni una Menos ” ha incontrato non poche difficoltà. Il movimento è infatti riuscito a raggiungere consensi solo alla Camera, ma il Senato sotto lo scacco della frangia conservatrice e dell’etica ecclesiastica ha bocciato la depenalizzazione.

Le battaglie continueranno, come fanno sapere le donne del movimento, che proprio la settimana scorsa hanno affollato le strade di Buenos Aires, promettendo la conquista di diritti che rendano l’Argentina un Paese capace di riconoscere dignità e libertà di scelta.