Alla drammatica violenza del taglione dell’Isis, resa nota ieri dal comunicato dell’ente internazionale Ondus riguardante anche la devastazione umana oltre che logistica di interi territori come Raqqa, Aleppo e Damasco oggi anche l’Onu ha tuonato contro le forze politico-militari agenti nella lotta all’Isis, reclamando un intervento a favore dei civili.
I dati allucinanti del taglione nero di Al-Baghdadhi, fanno seguito a quelli drammatici che stanno segnando le vite delle vittime di questo conflitto vivissimo.
L’ente internazionale con sede a New York, ha chiesto alle forze kurdo-siriane, al presidente statunitense Donald Trump ed al presidente russo, Vladimir Putin di intraprendere un percorso atto a sbloccare la drammatica situazione umanitaria in cui verte la Siria.
L’Onu ha proposto un immediato intervento per la creazione di un cordone umanitario, che apra uno sbocco sul fronte orientale della Siria, verso Beirut.
Ciò sarebbe consono al passaggio di milioni di civili, soprattutto donne e bambini, le prime vittime di questa guerra sorta come reazione alla primavera araba, e permetta loro di dar manforte verso lo status della condizione aggravata dal dopoguerra tra le forze anti-isis e quelle inter-alleate.
Al momento, però l’opera si scaglierebbe contro i progetti di ritiro della nuova politica militare americana intrapresa tra la fine del 2018 dal presidente Trump in Mediorientale.
Soprattutto a seguito dei miglioramenti dei rapporti diplomatici con la Korea del Nord di Kim.
Ad oggi, il focolaio siriano alimenta l’instabilità dell’Africa maghrebina sul piano politico quanto economico, dati i danni a cui ancor la diplomazia internazionale cerca di superare.