Zulù è tornato, con un nuovo percorso musicale da solista in cui racconta, anzi, urla contro l’attuale storia politica italiana.
Nella seconda fatica da solista, in uscita oggi, 25 gennaio, il frontman dei 99 Posse, con cui esordì nel 1991 ai tempi delle radio della facoltà di lettere e filosofia a Napoli, Zulù punta il dito contro tutti, dalla politica dei morti in mare, alla xenofobia populista di Matteo Salvini, sempre più identificata come nuovo rigurgito fascista.
La politicizzazione a base della comunicazione artistica e musicale ha reso da sempre un unicum la voce storica del collettivo partenopeo, che negli anni ha dato lustro di saper affrontare sempre nuove tematiche, in un filo rosso che uniscono i vecchi echi delle battaglie sociali con nuove kermesse d’opinione pubblica.
Ricca di nuove e vecchie collaborazione, le quattordici tracce di Bassi per le masse, vede la partecipazione di nomi come Valerio Jovine, in Traffico, singolo d’apertura del secondo album.
Tra i nomi spicca il featuring con Krikka Reggea, Parole Armate, in cui la musica assume i contorni adeguati ad un manifesto politico di critica alle politiche xenofobe in Italia e nell’est europeo, capace di ripercussioni negative sul piano umanitario, come i porti chiusi, fino a meri episodi di violenza.
A figurare, risulta il richiamo alle trascorse e trascinati atmosfere dei 99, è il remake con Franco Ricciardi di Cuore Nero dopo vent’anni, avvalendosi della collaborazione dei nomi di Ivan Granatino e Fido Guidi, sotto il titolo di Zero Padan, in cui messaggio è la critica alle politiche populiste della nuova Lega.