Conte, smentito qualsiasi tipo di conflitto d’interessi riguardo la questione Carige.
La conferma è giunta direttamente da Palazzo Chigi.
Arrivata infatti dalla sede del governo la notifica riguardante l’ipotesi che riguarda il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, smentendo radicalmente l’ipotesi che questo sia riconducibile a dei contatti tra il premier e i rappresentanti della banca ligure nel corso della sua carriera di avvocato.
Il decreto prevede l’emissione di bond da parte dello Stato e la ricapitalizzazione a carico del Tesoro, tutto ciò al fine di salvare l’istituto bancario.
“Conte non ha mai avuto con Alpa uno studio professionale associato, né ha mai costituito con lui un’associazione tra professionisti. Hanno sempre svolto in maniera distinta le rispettive attività professionali. Quanto a Mincione, Conte non è mai stato suo consulente né l’ha mai incontrato o conosciuto, neppure per interposta persona”, secondo quanto precisato da una fonte di Palazzo Chigi.
L’ipotesi del conflitto d’interesse deriva da un evento verificatosi nel maggio del 2018.
“Si tratta di una questione che non può dare adito a “nessun collegamento” con Banca Carige, che dopo il commissariamento da parte della Bce risalente al 2 gennaio ha visto arrivare il decreto di salvataggio firmato dal CdA il 7 gennaio.” continua la fonte.
Il decreto, secondo Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, è stato un elemento valido al fine di “salvare una banca”.
“Si è anche data una prospettiva all’economia di un territorio come quello ligure, già fortemente provato da altre ben note situazioni. Insomma, si tratta di una vicenda positiva per la cui soluzione hanno avuto un ruolo determinante le sollecitazioni e le proposte dei sindacati di categoria” commenta Barbagallo.
Standard Ethics ha intanto deciso di sospendere il rating assegnato a Banca Carige.